I soldi che gli Stati metteranno (volontariamente) per finanziare il Fondo del piano da 315 miliardi di investimenti che ha lanciato la Commissione europea, e solo quelli, pur se faranno aumentare il deficit, anche se lo porteranno oltre il limite del tre per cento sul Pil, “non faranno scattare procedure di infrazione”. Saranno ovviamente “conteggiati”, lo sfondamento sarà registrato e si dovrà rientrare nel tempo, ma non scatteranno provvedimenti punitivi nell’immediato. Perché buoni investimenti avranno impatto positivo sui conti, aiutando a raggiungere gli obiettivi di bilancio.
Per fare quello che chiede il presidente del Consiglio italiano Matteo Renzi, escludere dal computo del deficit gli investimenti finalizzati alla crescita e all’occupazione (anche fuori dal piano) “si dovrebbero invece cambiare i Trattati europei, e dunque non è possibile, in queste condizioni normative, farlo”.
A chiarire ancora una volta la posizione della Commissione europea sulla questione è il lettone Valdis Dombrovskis, vice presidente responsabile dell’euro (e di tante altre cose economiche, in questa nuova versione dell’esecutivo comunitario) rispondendo ad una domanda durante un convegno organizzato dal Lisbon Council oggi a Bruxelles.
Dombrovskis ha sostenuto che riguardo alla crisi economica “il peggio è passato”, ma la situazione resta ancora “fragile”. Ma sta migliorando e, “per la prima volta dall’inizio della crisi, secondo le nostre previsioni, il prossimo anno, nel 2015, tutti i ventotto membri dell’Unione saranno in crescita. Alcuni più velocemente e altri più lentamente, ma lo saranno tutti”. Il lettone ha ribadito che “il debito appesantisce ancora alcuni Paesi e dunque il lavoro di correzione non è ancora finito”. La commissione è poi soddisfatta degli effetti delle riforme fatte da molti Paesi, come la Grecia e il Portogallo, che “stanno dando i loro frutti”.
Per il prossimo anno, per sostenere il trend di pur moderata crescita complessiva, Dombrovskis insiste che è necessario intensificare e realizzare le politiche “di investimenti, di riforme strutturali, che tutti devono fare, e di mantenere e sviluppare la responsabilità sui bilanci”. Tutti gli Stati membri devono lavorare a creare u miglio ambiente per lo sviluppo, ha spiegato, rafforzando i settori dei servizi e rendendo più efficiente le regole del mercato. “Molto è stato fatto”, ha ammesso il lettone, sul fronte dei bilanci pubblici, “ma non tutto è a posto e l’alto debito di alcuni è ancora una preoccupazione”.
Ai Paesi che, come l’Italia, chiedono modifiche al trattamento degli investimenti finalizzati a crescita e occupazione Dombrovskis però non cede, e spiega che “le spese aumentano il deficit e il debito, ma se fai buoni investimenti questi poi hanno un impatto buono sui conti pubblici, e questo aiuterà a raggiungere gli obiettivi” di bilancio. Per questo, pur se eventuali sfondamenti verranno comunque conteggiati, i fondi destinati al programma da 315 miliardi “non faranno scattare procedure di infrazione”.