È importante che domani i 28 capi di Stato e di governo riuniti per il Vertice di Bruxelles si impegnino a contribuire al Piano di investimenti della Commissione “ma non solo con parole e parole, quello che servono sono i soldi”. È quanto ha chiesto il presidente dell’esecutivo europeo, Jean-Claude Juncker, parlando al Parlamento di Strasburgo nel dibattito alla vigilia del Consiglio europeo. “Almeno sei governi nazionali ritengono che il pacchetto sia ancora un po’ limitato anche se dicono che l’approccio è giusto”, ma “nessuno finora ha detto con quanti miliardi vuole contribuire al fondo di garanzia per gli investimenti”, ha aggiunto Juncker che poi ha lanciato una stoccata ai Ventotto: “Spero che domani il Consiglio europeo si piegherà e crollerà sotto il peso dei fondi mobilitati”.
Per mettere in atto il Piano l’esecutivo comunitario intende creare un fondo specifico chiamato Fondo europeo per gli investimenti strategici (Feis), in seno alla Bei, la Banca europea degli investimenti. Il fondo avrà un capitale iniziale di 21 miliardi: 16 stanziati dall’Ue e 5 dalla Bei stessa. Gli altri contributi dovranno poi appunto venire dai Paesi membri, e questi contributi non dovrebbero essere inclusi nel calcolo del deficit. Ai Ventotto il presidente ha ribadito “l’intenzione della Commissione di assumente una posizione favorevole nel contesto verifica dei bilanci nel Patto di stabilità”.
Gli investimenti oggi in Europa, ha ricordato Juncker “sono del 15% più bassi del necessario”, e se “rallentano gli investimenti rallentano anche crescita e competitività”. Ecco perché è così importante un “nuovo approccio” che dia uno slancio all’economia. “Auspico”, ha concluso Juncker, “che il Consiglio dia pieno appoggio per portare avanti tutti gli elementi del piano di investimenti e che voglia raddoppiare l’utilizzo di strumenti finanziari innovativi per consentire un utilizzo più intelligente dei fondi pubblici”.