Ogni stato membro dell’Unione europea sarà obbligato ad istituire e mantenere un registro centrale pubblico contente informazioni sui proprietari effettivi di società per azioni, fondi fiduciari ed altre entità legali, che potrà essere consultato da giornalisti e dai cittadini interessati. La quarta direttiva antiriciclaggio (Amld), frutto dell’accordo raggiunto tra Consiglio e Parlamento europeo, mira così a migliorare la trasparenza, a combattere il riciclaggio di denaro e la criminalità organizzata, rendendo loro più difficile concludere affari loschi. “Per anni, i criminali in Europa hanno sfruttato l’anonimato delle compagnie e dei conti offshore per nascondere i loro rapporti finanziari”, ha dichiarato il lettone Krišjānis Kariņš, relatore del Comitato per gli affari economici e monetari ed esponente del Partito popolare europeo (Ppe). Poiché nei registri verrà dichiarata la proprietà effettiva delle società, questi “contribuiranno a sollevare il velo di segretezza dei conti offshore, e saranno di enorme aiuto nella lotta contro il riciclaggio di denaro e nei casi palesi di evasione fiscale”, ha sostenuto l’esponente del centro-destra europeo.
L’accesso a questi registri sarebbe privo di vincoli per le autorità competenti e le loro unità di informazione finanziaria, mentre per i “soggetti obbligati”, come ad esempio le banche, che conducono operazioni di verifica della clientela, e per il pubblico, la consultazione potrebbe essere vincolata alla registrazione online della persona e al pagamento di una tassa per coprire i costi amministrativi. Ciononostante, qualsiasi persona o organizzazione che può dimostrare “un interesse legittimo”, come ad esempio giornalisti investigativi e altri cittadini interessati, potranno accedere alle informazioni relative al titolare effettivo della proprietà, come ad esempio il nome del beneficiario, mese ed anno di nascita, nazionalità, residenza e dettagli della proprietà. Ogni deroga all’accesso garantito dagli stati membri sarebbe possibile solo dopo un’analisi caso per caso e comunque in circostanze eccezionali. Al contempo, gli eurodeputati hanno ritenuto opportuno inserire nel teso diverse disposizioni per proteggere i dati personali.
Nell’accordo raggiunto tra le istituzioni europee, misure aggiuntive volte a stabilire l’origine del patrimonio e dei fondi, dovrebbero essere prese nei confronti di persone politicamente esposte, ovvero individui a maggiore rischio di corruzione a causa delle posizioni politiche che detengono (capi di stato, membri del governo, giudici della Corte suprema, membri del parlamento ed i loro familiari). “Le nuove norme approvate oggi forniranno maggiore trasparenza in merito alle oscure strutture aziendali che sono al centro delle operazioni di riciclaggio, nonché delle strategie utilizzate dalle imprese per evitare la propria responsabilità fiscale”, ha aggiunto la relatrice del comitato Libertà civili Judith Sargentini, esponente dei Verdi europei.
Ora l’accordo deve essere approvato dal Comitato dei rappresentati permanenti (Coreper), e dal Comitato affari economici e monetari e Comitato affari interni del Parlamento europeo, prima di essere votato il prossimo anno dal Parlamento Ue nel suo complesso.