Bruxelles vuole dare segnali forti in tema di trasparenza sui regimi fiscali europei. Tutti i ventotto stati membri sono finiti sotto la lente della Commissione che ha richiesto loro informazioni riguardanti i tax ruling, o decisioni fiscali agevolate, meccanismo che permette ad una società di chiedere “in anticipo” ad un Paese come ha intenzione di trattare la propria situazione fiscale per poi decidere la politica tributaria più conveniente. L’obbiettivo è di verificare se e come i governi nazionali hanno concesso tax ruling e, in caso di risposta affermativa, sono tenuti a mostrare all’esecutivo comunitario la lista delle compagnie che ne hanno usufruito senza la possibilità di appellarsi al segreto professionale per non fornire le informazioni richieste.
“Il mercato unico è distorto attraverso vantaggi fiscali mirati”, ha commentato il commissario per la competitività Margrete Vestager, annunciando di usare queste informazioni provenienti dai Paesi dell’Unione “per combattere l’elusione delle tasse e per una competitività fiscale equa”.
Una richiesta di informazioni simili, pur di portata minore, era stata attuata nel giugno 2013, e con la decisione lanciata oggi di chiedere informazioni a tutti i Membri va nella direzione di avere “un quadro completo delle pratiche tributarie” ed è una scelta parallela a quella di Pierre Moscovici, vicepresidente della Commissione, che presenterà una proposta legale per garantire uno scambio automatico di informazioni sui regimi tributari nazionali. Più un generale l’esecutivo Juncker intende dare un segnale forte in tema di trasparenza su un tema che è salito alla ribalta dopo lo scoppio dello scandalo Luxembourg Leaks e le relative indagini su possibile evasione fiscale concessa a delle multinazionali nel Granducato proprio all’epoca in cui Juncker era primo ministro, ma anche in Irlanda e Paesi Bassi.