Nominati i componenti del Comitato unico di risoluzione, l’organismo responsabile della gestione e delle risoluzione delle crisi bancarie nell’ambito del Meccanismo unico di risoluzione bancaria. Presidenza data ad un tedesco, Elke König, vicepresidenza affidata ad un finlandese, Timo Löyttyniemi. Gli altri quattro membri sono Mauro Grande (Italia), Antonio Carrascosa (Spagna), Joanne Kellermann (Paesi Bassi), e Dominique Laboureix (Francia). I candidati sono stati eletti con 522 voti a favore, 105 contrari e 67 astensioni. Il presidente del Comitato unico avrà mandato triennale rinnovabile solo una volta, mentre il vicepresidente e gli altri membri per cinque anni non rinnovabili.
Il Comitato unico di risoluzione avrà sede a Bruxelles. Inizierà a essere operativo l’1 gennaio 2015, e nella prima fase di operatività sarà responsabile dello sviluppo e della definizione dei piani di risoluzione della banche, in coordinamento con le autorità di risoluzione nazionali dei paesi della zona Euro. Poi, dal 2016, quando il Comitato sarà a regime e avrà pieni poteri, il Board inizierà a prendere decisioni e proporre interventi di risoluzione e l’eventuale ricorso al fondo unico di risoluzione, la speciale riserva di denaro finanziata da prelievi sulle banche. Il fondo, a regime disporrà di 55 miliardi di euro, ma sarà “costruito” progressivamente in un periodo di transizione di otto anni. Le decisioni saranno prese in sessione esecutiva e in sessione plenaria. In sessione plenaria a decidere saranno i sei membri del board e le autorità nazionali del Paese con la banca in difficoltà, e verranno prese deliberazioni di ricorso al fondo per i casi che richiedono fino a 5 miliardi di euro. Per i casi di crisi di liquidità che richiedono aiuti superiori ai 5 miliardi di euro, le decisioni saranno prese in sessione plenaria (membri del comitato più rappresentanti delle singole autorità di risoluzione nazionali), a maggioranza dei due terzi pari ad almeno il 50% dei contributi al fondo durante il primo anno, e poi – dal 2016 – a maggioranza dei due terzi pari ad almeno il 30% del contributo al fondo unico di risoluzione.
Il Comitato unico di risoluzione godrà per la fase di messa a regime (2015), un budget di 22 milioni di euro, che dovrà coprire costi operativi e stipendi per tutto il personale. Il Comitato arriverà ad avere, gradualmente, un staff di 250 persone. L’assunzione di personale è già cominciata, e per metà gennaio si conta di avere un primo nucleo di 15 persone, per arrivare a 40 – top manager inclusi – per marzo, e raggiungere quota 120-150 personale entro fine 2015.