“Se le nuove informazioni sull’inflazione confermeranno la persistenza o addirittura l’aggravarsi dei rischi per la stabilità dei prezzi nell’area dell’euro”, da parte della Bce “occorrerà avviare, con tempestività, ulteriori interventi di acquisti di titoli su larga scala, al fine di riportare le dimensioni dei bilancio dell’eurosistema sui livelli desiderati”. A dirlo è il governatore di Bankitalia Ignazio Visco, davanti ai deputati della commissione Finanze.
Per Visco si tratta di un pericolo molto concreto. “Non siamo in deflazione – avverte – ma il rischio non può più essere sottovalutato”. Infatti, prosegue il governatore, la situazione di bassa inflazione “peggiorerà nei prossimi mesi, con la caduta dei prezzi del petrolio”. Una condizione che graverà principalmente sui “paesi più indebitati”, tra i quali l’Italia.
In una simile situazione, secondo il numero uno di Palazzo Koch, è necessario un intervento dei governi, ai quali spetta di “prendere l’iniziativa per la crescita”. Perché la Bce, con le misure “convenzionali e non convenzionali” di politica monetaria, ha “scongiurato il pericolo di fallimento dell’euro, ma non per sempre”. Secondo Visco è necessario che “i mercati percepiscano questa volontà” politica di rilanciare la crescita. Perché dovranno essere gli stessi mercati, opportunamente stimolati, a sostenerla.
L’idea di Visco è chiara. “Serve il contributo di tutte le fonti di finanziamento”, spiega. “Banche, bilancio comunitario, bilanci nazionali, Banca europea per gli investimenti e investitori privati”, devono tutti essere coinvolti nel rilancio dell’economia. Per questo il Piano Juncker potrebbe giocare un ruolo importante. Anche se ha “un capitale ridotto” e conta su un effetto leva “molto alto”, dunque, ammette Visco, “ci sono delle questioni da approfondire”.
Anche l’afflusso di liquidità all’economia reale è una questione cruciale per far ripartire la crescita. Su questo capitolo, il governatore ha annunciato che “la ripresa del credito sarà necessariamente graduale”, indicando che i prestiti “alle società non finanziarie riprenderanno a crescere non prima della metà del 2015, mentre quelli alle famiglie potrebbero tornare ad aumentare già nei primi mesi dell’anno”.
La vera ricetta per “il ripristino durevole della stabilità finanziaria nell’area euro” e per la costruzione di una crescita duratura, per Visco, passa per una maggiore integrazione europea. “All’Unione Bancaria dovrà seguire la creazione di un vero bilancio pubblico comune”, indica il governatore, pur riconoscendo che “il cammino resta ancora lungo”