“È semplicemente indecente l’intento della Commissione Ue guidata da Juncker di cancellare dal proprio programma le nuove direttive sulla qualità dell’aria e sul riciclo dei rifiuti, camuffando l’operazione come opera di alleggerimento burocratico. La regia, nemmeno troppo occulta, di questo attacco frontale alla tutela dell’ambiente e della salute è la variegata lobby che si muove dentro la stanza dei bottoni della Commissione, interessata non a rendere più fluida la legislazione europea, ma a facilitare vecchie consuetudini e vecchi modi di fare impresa”. Lo dichiarano Monica Frassoni (Copresidente del Partito Verde europeo) e Francesco Ferrante, esponenti di Green Italia, alla vigilia della decisione della Commissione che intenderebbe cancellare le direttive “verdi”.
“Il duo Juncker–Timmermans, vuoi per placare l’antieuropeismo di marca inglese, vuoi perché sensibile ad una massiccia opera di lobbying, si sta adoperando per raffigurare in maniera caricaturale le direttive in difesa della qualità dell’aria e dell’abbattimento dei processi di recupero dei materiali. A nessuno – continuano Frassoni e Ferrante – sfugge l’esigenza di un’Europa che abbia un impatto meno burocratico sulla vita dei cittadini e delle imprese, ma pensare che fissare limiti più stringenti per le emissioni nocive come anidride solforosa, particolato e ossidi d’azoto, o imporre obiettivi di riciclaggio dei rifiuti (70% per quelli municipali e 80% per quelli da imballaggi entro il 2030, vietando anche di gettare in discarica qualunque materiale riciclabile) siano lacci e lacciuoli inutili, significa voler riportare l’Europa indietro di 30 anni. I nuovi modelli di business ecosostenibili possono spingere l’Europa verso un’economia pià sana e meno dipendente dall’importazione di materiali dall’estero, come del resto sarebbe possibile con una politica energetica maggiormente orientata sulle fonti rinnovabili”.
“Lasciar fare alla Commissione Juncker e alla politica europea delle grandi intese equivale a consegnare le chiavi del futuro dell’Europa a pochi grandi gruppi di potere. Il gruppo Verde al parlamento europeo intende proporre una risoluzione sul piano di lavoro della Commissione nel quale si esplicita un chiaro no al ritiro delle direttive sull’economia circolare e sulla qualità dell’aria, e alla ‘kill list’ verde che Juncker sta portando avanti in continuità con Barroso. Ci attendiamo dalla maggiore rappresentanza politica nell’Europarlamento, quella del Pse guidata da Pittella, la dimostrazione concreta di essere contro l’Europa delle lobby retrogade, e a favore dei cittadini e della tutela dell’ambiente”.