Da Bruxelles arriva l’annuncio che la Commissione europea insieme alle autorità italiane sta effettuando test di mercato nel settore delle prenotazioni alberghiere online. Vi è il dubbio che una delle principali agenzie di viaggio telematiche, Booking.com, obblighi per contratto gli hotel (attraverso cosiddette “clausole di parità” che figurano nei contratti) ad offrire lo stesso o un miglior prezzo di prenotazione per le stanze, rispetto a quanto gli alberghi propongano su altri canali, sia online che offline. Si tratta di un tipo contratto tra Booking.com e le strutture ricettive partner che potrebbe avere “effetti anti-competitivi”, spiegano dalla Commissione, in violazione delle norme antitrust sia comunitarie che nazionali.
L’autorità garante della concorrenza e del mercato italiana (Agcm), ritiene che cosi facendo Booking limiti la concorrenza con le altre agenzie di viaggio online, ostacolando l’ingresso nel mercato di nuove piattaforme specializzate nelle prenotazione delle stanze d’hotel mediante internet. Le indagini coordinate dalla Commissione riguardano, oltre al caso italiano, anche gli accordi tra Booking.com e i suoi hotel partner in Francia e Svezia.
Per dissipare i timori, Booking.com ha proposto di abbandonare l’imposizione della parità di prezzo rispetto alle tariffe che gli alberghi propongono agli altri agenti di viaggio on-line, permettendo così agli hotel di offrire prezzi diversi alle varie agenzie on-line. Le strutture ricettive continuano però a dover offrire a Booking.com prezzi migliori di quelli proposti sui propri canali di prenotazione on-line e off-line.