L’Unione europea “tenga la propria saggezza per sé”, noi “non siamo preoccupati del fatto che possa accettarci o meno come membri”. Recep Tayyip Erdogan non ci sta ad essere il bersaglio delle critiche dell’Europa per gli arresti di giornalisti compiuti ieri in Turchia e lo chiarisce senza giri di parole: Bruxelles “si occupi dei fatti propri”, “non può interferire nelle misure prese”, sottolinea nelle prime dichiarazioni dopo i blitz contro la stampa contraria al suo governo. Secondo il presidente turco, l’Ue sta sbagliando obiettivo visto che “parla di libertà di stampa” ma i raid di ieri “non hanno nulla a che vedere con questo” e Ankara sta agendo per “proteggere la sicurezza nazionale”.
“Sono sorpresa dalla reazione di Erdogan”, commenta l’Alto rappresentante per la politica estera dell’Unione europea, Federica Mogherini che solo la settimana scorsa è stata in visita in Turchia. In quell’occasione, spiega, “abbiamo discusso in modo molto costruttivo su come andare avanti e si era parlato di un nuovo inizio tra Ue e Turchia”. Il cammino europeo della Turchia, sottolinea l’Alto rappresentante, “non è un cammino solo economico ma anche di ideali e principi ed è nell’interesse della Turchia rispettare questi impegni e dare prova di coerenza”. L’impegno dell’Unione europea, assicura Mogherni, “è ancora lavorare alacremente per l’adesione della Turchia”, ma serve “coerenza da entrambe le parti”.
“Con chiarezza diciamo che ci sono diritti come la libertà d’espressione che per l’Unione europea sono principi fondamentali e inderogabili”. Questo il messaggio che l’Italia vuole inviare a Erdogan, secondo le parole del ministro degli Esteri, Paolo Gentiloni. Il nostro, ricorda il titolare della Farnesina, “è un Paese che si è sempre battuto per i rapporti con la Turchia, sia per convinzione che per l’importanza dei rapporti economici bilaterali e per i tanti interessi storici comuni, che abbiamo confermato qualche giorno fa con visita premier in Turchia”. E proprio perché “abbiamo le carte in regola e nessuno può accudsarci di atteggiamenti pregiudiziali”, l’Italia “non vuole dare lezioni” ma ricordare che “ci sono principi fondamentali e inderogabili”.
“È inammissibile per un paese democratico e moderno, che si propone di entrare a far parte della famiglia europea, effettuare l’arresto di massa dei rappresentanti dei mezzi di comunicazione”, critica Gianni Pittella, Presidente del Gruppo Socialisti e democratici al Parlamento Ue. Per Pittella, così facendo Recep Tayyip Erdoğan, “mette in discussione lo stato di diritto europeo e i diritti fondamentali”. Tra questi la libertà di stampa, “precondizione per poter andare avanti sulla via dell’integrazione europea”. Sebbene i socialdemocratici europei abbiano “sempre sostenuto il processo di integrazione della Turchia nell’Unione Europea”, per il leader dei socialisti le recenti tendenze autoritarie turche rappresentano un problema. Oltre ad essere “completamente incompatibili con i nostri valori”, esse “assicurano argomentazioni solide a coloro che non vogliono la Turchia come stato membro dell’Ue”. La situazione che Erdoğan ha concorso a creare “rischia di condurre la Turchia nella direzione sbagliata, lontano dall’Europa, e potrebbe portare a notevoli perdite in termini di collaborazione politica ed economica, senza guadagno alcuno”.
“La libertà di stampa è un problema di lunga data in Turchia e misure come queste rischiano fortemente di cancellare i progressi che il Paese ha faticosamente fatto negli ultimi anni”, avverte anche Nils Muižnieks, Commissario per i diritti umani del Consiglio d’Europa, che “segue con profonda preoccupazione” gli ultimi eventi. “Indipendentemente dalle ragioni che possono avere motivato” gli arresti, sottolinea Muižnieks, “queste misure sono sproporzionate e inutili in una democrazia”, “inviano un nuovo messaggio di raffreddamento ai giornalisti e alle voci di dissenso in Turchia, che sono state sotto forte pressione e hanno dovuto affrontare violenze e repressioni” e rischiano di “polarizzare la società turca e accrescere la sfiducia nella capacità dello Stato di garantire i diritti umani”. Per questo la richiesta del Consiglio d’Europa alle autorità turche è di “fermare la repressione della libertà di stampa e di agire nel rispetto dello stato di diritto e dei diritti umani”.