La Commissione europea sceglie la linea dura contro la creazione di cartelli aziendali sanzionando cinque imprese per quasi 20 milioni di euro. I cartelli illegali sono degli accordi sottobanco tra imprese per dividersi il mercato e concordare dei prezzi di vendita. Per il commissario alla Concorrenza, la danese Margrethe Vestager, le ammende hanno un significato simbolico oltre che economico e lanciano un chiaro messaggio alle compagnie intenzionate a violare le norme Ue sulla concorrenza: “Abbiamo i mezzi per combattere i cartelli, ci arrivano suggerimenti dai consumatori e da ‘talpe’ dentro le vostre società, quindi i vostri cartelli verranno segnalati dai nostri radar”.
Le aziende colpite dalle multe dell’esecutivo comunitario sono la svedese Bong, la tedesca Maye-Kuvert, le francesi Hamelin e GPV e infine la spagnola Tompla, colpevoli di essersi accordati sull’aumento comune dei prezzi e sulla spartizione dei clienti. “In questo caso – ha spiegato il commissario con una metafora – abbiamo chiuso le buste per rispedirle al mittente con un chiaro messaggio: non truffate i vostri consumatori, non fate cartelli”. Le due aziende francesi e Tompla hanno però beneficiato di uno sconto per aver ammesso la pratica e aver collaborato attivamente con la Commissione durante l’inchiesta.
Invece che competere fra loro, i top-manager delle cinque compagnie si accordavano, anche tramite incontri bilaterali, per coordinare le politiche di incremento dei prezzi delle buste da spedizione, che poi venivano regolarmente comprate da distributori un po’ in tutta Europa. In questo modo, oltre a spartirsi il mercato, le aziende erano in grado di scambiarsi informazioni sensibili di tipo commerciale.
La decisione finale di comminare multe è arrivata dopo quattro anni di indagine della commissione, che nel 2010 “di propria iniziativa” decise di controllare i movimenti commerciali delle cinque compagnie avvenuti tra il 2003 e il 2008.