La scelta di equiparare l’aliquota Iva per gli ebook a quella prevista per le pubblicazioni cartacee (4%), inserita nella Legge di stabilità attualmente in esame al Senato, “è stata fatta consapevolmente, ben sapendo che con ogni probabilità saremmo andati incontro a una procedura di infrazione da parte dell’Unione europea”. Lo ha dichiarato Dario Franceschini, ministro della Cultura, rispondendo a una interrogazione parlamentare in Aula a Montecitorio. Al momento gli e-book hanno una Iva al 22% perché equiparati ai beni e servizi digitali e per questo hanno una tassazione superiore.
“Difficile capire le ragioni per le quali, in sede europea, ci si ostina a non voler capire che un libro è un libro, indipendentemente dal fatto che sia su carta o su un supporto elettronico”, ha proseguito Franceschini. Il ministro ha poi sottolineato che, sull’equiparazione degli ebook ai libri di carta, “non c’è stata possibilità di costruire una intesa” durante il semestre europeo dell’Italia, perché “diversi Paesi si sono espressi contro l’ipotesi che ci fosse un pronunciamento esplicito dei ministri europei della Cultura, ritenendo questa materia di esclusiva competenza dell’Ecofin”.
Il massimo risultato, giudicato comunque positivo da Franceschini, è stata una “indicazione esplicita”, rivolta “alla Commissione e all’Ecofin”, ad affrontare la questione della “disparità di tassazione tra libri cartacei e e-book”. A questo proposito, la decisione italiana di equiparare le due aliquote Iva, secondo Franceschini, sarà “una forte sollecitazione” alle istituzioni europee.