Solo il 15,5% dei giovani che ha sostenuto il primo colloquio grazie al piano Garanzia giovani è stato ricontattato in seguito dagli addetti dei centri dell’impiego per andare avanti nella selezione. Il restante 85% rimane invece bloccato, in attesa di essere richiamato per una qualche proposta concreta dopo aver sottoscritto il patto di servizio. In concomitanza con la pubblicazione dei primi dati sulla fase II del piano da parte del Ministero del lavoro, la testata online Repubblica degli stagisti e l’associazione Adapt, rendono noti oggi i risultati del monitoraggio informale sulla Garanzia giovani. Quasi 1,600 giovani hanno partecipato all’indagine per raccontare in maniera diretta il proprio contatto con l’iniziativa Garanzia giovani ed il 70% di loro rientrava nella fascia di età 25-29 anni. Il 43,5% ha dichiarato che durante il colloquio vi è stato solo “un generico riferimento a future offerte di lavoro o di stage”, mentre al 40,25% non è stato proposto “nulla di concreto”. Solo al 2% è stata offerta la possibilità di svolgere un corso di formazione o di partecipare a progetti di servizio civile (2,25%). L’opportunità di andare all’estero ha toccato invece solo lo 0,75% dei ragazzi. Non solo. I tempi che intercorrono tra il momento dell’iscrizione del giovane ed il contatto con l’operatore dei servizi per l’impiego per fissare un incontro di persona, sono lunghi. In media si parla di due mesi di attesa.
Per questi motivi il voto dato dagli intervistati all’iniziativa è molto basso. Nella scala da 1 a 10, solo un giovane su cinque ha espresso la sufficienza, ovvero un voto pari o superiore a 6. La maggioranza (28%) ha espresso una bocciatura netta, optando per il voto più basso consentito, ovvero 1. Uno dei problemi che affligge il piano Garanzia giovani individuato dal sondaggio è la mancanza di chiarezza informativa. Solo il 6% ritiene di aver trovato su internet e sulla stampa, informazioni chiare. Il monitoraggio ha gettato luce sulla situazione attuale dei giovani coinvolti nel piano Garanzia e potrebbe essere lo “strumento in più” che il ministro Giuliano Poletti, attuale ministro del lavoro, potrebbe utilizzare “per gestire meglio la Garanzia Giovani, tenendo conto delle istanze, dei suggerimenti, delle critiche di oltre 1,500 giovani che in queste settimane ci hanno raccontato la loro esperienza”, hanno dichiarato la giornalista Eleonora Voltolina ed il giuslavorista Michele Tiraboschi.