Roma protagonista oggi e domani del lancio della road map chiamata a scrivere le priorità d’intervento europee in materia di energia e di economia a basse emissioni, alla ricerca di una visione comune e finalmente di sistema tra i paesi membri dell’Ue. Si è aperta, organizzata dall’Enea e promossa dalla presidenza italiana del Consiglio dell’Unione Europea, con il supporto della Commissione Europea, la conferenza SET-Plan 2014 su politiche e tecnologie energetiche per l’Europa, che ha chiamato a raccolta oltre 650 stakeholders del settore energetico europeo con l’obiettivo di definire in maniera integrata e strategica le azioni da porre in essere in campo energetico nell’ambito della partita da 6 miliardi di euro già stanziata in Horizon 2020.
A far da filo conduttore la tecnologia, alla base ormai di ogni processo e che deve guardare sempre più, come ha ricordato il direttore generale della DG Energia della Commissione Ue, Dominique Ristori, al suo ruolo di volano per le ricadute industriali, puntando al rafforzamento del binomio energia-industria nelle politiche energetiche europee. Da qui il ruolo, già importante ma a spazio sempre crescente, degli enti di ricerca e nello specifico di Enea, che nel programma quadro dell’Unione europea appena concluso, l’FP7, è risultata al primo posto per finanziamenti di progetto con 47 milioni di euro e che si piazza poi in Italia al dodicesimo posto assoluto per finanziamenti complessivi, facendo meglio su scala nazionale ad esempio dei cugini francesi del Cea. “Siamo pronti a scalare posizioni – ha affermato il commissario dell’Enea, Federico Testa – il nostro ruolo sul fronte delle nuove tecnologie è importante e ricerca e innovazione sono d’altronde la chiave per vincere le sfide che ci attendono verso un’energia sicura, efficiente e sostenibile”.
Riduzione del consumo di energia primaria, focus sulle nuove tecnologie, infrastrutture di collegamento per bilanciare produzione e consumo nell’Ue, mobilità elettrica. Sono queste le 4 priorità del sistema energetico europeo con vista al 2020, secondo il direttore generale della DG Energia della Commissione Ue, Dominique Ristori, intervenuto nella giornata inaugurale della SET-Plan Conference 2014. L’evento organizzato dall’Enea nell’ambito del semestre di presidenza Ue dell’Italia, ha chiamato a raccolta a Roma oltre 650 stakeholder del settore energetico europeo.
Sul primo punto, per il commissario Enea Federico Testa, “la cosa più importante da fare è lavorare sull’efficienza energetica”. “Non è un lavoro semplice – ha aggiunto Testa – se si pensa ad esempio al settore immobiliare, come lo stesso Ristori ha evidenziato nel suo intervento, allora una cosa è poter operare su nuove costruzioni, altro è farlo pensando al patrimonio storico delle nostre città”. Inoltre, ad esempio per le fonti rinnovabili, “che producono flussi aggiuntivi di cassa facilmente bancabili, bisogna invertire il sistema passando da maggiori risorse in cassa a minori costi”.
L’aspetto più significativo della strategia per un’energia finalmente a basse emissioni riguarda comunque il ruolo delle tecnologie e, fondamentale, la ricaduta economica sui territori. “Gli investimenti in tecnologie avanzate – ha evidenziato il commissario Enea – hanno ricadute sul territorio fino a 4 volte tanto”. Un esempio della capacità di fare da volano degli investimenti in tecnologia arriva dal programma Iter sulla fusione nucleare, dove Testa ha annunciato un prossimo investimento Ue di 400 milioni di euro. “Su Iter l’Enea ha già veicolato per le imprese italiane 964 milioni di euro di commesse. Con una percentuale di partecipazione di aziende piccole, medie e grandi italiane del 12% nel programma le nostre imprese hanno portato a casa ben il 64% delle commesse legate alla ricerca”, ha concluso il commissario.
Questa mattina si è saputo che AssoRinnovabili ha depositato in questi giorni il ricorso contro la norma “spalma incentivi” per il fotovoltaico, forte dell’adesione all’azione legale di oltre 800 operatori. Numero destinato a crescere a oltre 1.100 se si considerano anche le aziende rappresentate da Confagricoltura, insieme alla quale assoRinnovabili ha promosso il procedimento davanti al TAR.
Ad essere in pericolo, spiega AssoRinnovabili, sono anche le aziende green non fotovoltaiche che beneficiano di incentivi sotto forma di certificati verdi, tariffe onnicomprensive o tariffe premio il cui periodo incentivante termini dopo il 31 dicembre 2014. A tutti questi produttori, prosegue, si chiede di aderire ad un sistema definito “volontario” che prevede il mantenimento dell’attuale incentivo rimodulato, però, su un periodo più lungo (di 7 anni). Il non aderire alla “spalmatura”, prosegue AssoRinnovabili, comporta l’impossibilità per 10 anni, a partire dal termine del periodo di incentivazione, di accedere a possibili sistemi di sostegno futuri.
“In altre parole – sintetizza Agostino Re Rebaudengo, presidente di AssoRinnovabili – si tratta, come nello Spalma Incentivi obbligatorio, di una norma retroattiva che cambia significativamente le ‘regole del gioco’, introducendo gravissime penalizzazioni. Non si comprende come possa essere definita una disposizione volontaria”.
(Notizia tratta da Askanews)