Le tessere più piccole e al contempo rivelatrici degli scenari del primo conflitto mondiale. Le recupera nel suo ultimo libro, “Toby, dalla pace alla guerra”, Thierry Vissol.
Il romanzo, pubblicato da Donzelli editore (446 pagine, 38 euro), fornisce al lettore una rara occasione per sporgersi al di là del teatro di guerra e scoprire la trama delle vite vissute da uomini e donne prima e durante questo “primo suicidio” dell’Europa.
Nel 1913, dopo aver viaggiato in un continente cosmopolita, innovativo ed interconnesso, Toby parte da Limoges per andare a lavorare a Norimberga. In dodici mesi, il giovane impara la lingua, lavora fianco a fianco con i tedeschi, visita i luoghi e le città. Torna in Francia nel giugno del 1914, per il servizio militare, senza neanche immaginare che due mesi dopo sarebbe esplosa la follia della guerra. L’ Europa da un giorno all’altro non è più un continente in pace, pieno di fiducia nel suo futuro, nella tecnologia e nel progresso sociale, ma un intrico di alleanze e intese contrapposte in una distruzione reciproca, sistematica e senza pietà. Toby, come milioni di altri giovani, deve scendere al l’inferno, in trincea. Quello della Woëvre, di Verdun, dell’Argonne e del Piave, a fianco delle truppe italiane. Lui, francese, appena tornato dalla Germania, è costretto a sparare a persone che fino a qualche mese prima erano suoi amici. Ma Toby per tutta la vita affermerà: “Non ho mai ucciso un tedesco!” È questo il filo lungo cui si dipana il racconto di quegli anni che vedranno dapprima il sorgere dei nazionalismi e poi lo scoppio del conflitto. Lo storico ed economista Thierry Vissol, nipote del soldato Toby, pubblica per la prima volta un patrimonio di documenti e immagini originali. Si tratta dell’archivio ereditato da Toby, di inestimabile valore per la ricostruzione della vita quotidiana, in pace e poi in guerra, dell’epoca (foto, documenti ufficiali, manifesti, riviste satiriche, ma anche lettere e diari dal fronte), oltre che raccolto la testimonianza diretta dell’esperienza vissuta.
Accanto alle lettere e ai taccuini di Toby, che ci restituiscono plasticamente lo stato d’animo di un giovane nel passaggio dalla pace all’orrore, un ricchissimo apparato iconografico ci porta nel clima dell’Europa prima della guerra e poi in trincea. Servendosi della vicenda del singolo, il volume offre un ampio spaccato di uno dei periodi più drammatici per il vecchio continente.