L’inchiesta Mafia capitale ha scoperchiato “solo un parte” di quello che sta accadendo e per questo “bisogna andare avanti”. Ne è convinto il presidente nazionale di Libera, don Luigi Ciotti, venuto a Bruxelles a presentare al Parlamento europeo l’agenda di priorità per l’Europa contro la corruzione e il crimine organizzato della campagna ‘Riparte il futuro‘. Quella scoperta dalla magistratura è “una modalità che in questi ultimi anni si è allargata molto in Italia”, ha affermato don Ciotti che sull’ipotesi di un commissariamento del Campidoglio ha però detto: “Non credo sia la soluzione”.
L’inchiesta Mafia Capitale non ha nulla di sorprendente secondo Ciotti che anzi ha dichiarato di essersi “stupito di chi si è stupito”, e ha espresso “stima e riconoscenza per forze investigative”, che per la sua “gioia” non si sono concentrate solo sulla corruzione ma “hanno aggiunto l’aggravante mafiose” e l’articolo 416 bis, consapevoli del fatto che “perché si concretizzi il reato di associazione per delinquere di stampo mafioso non è necessario il controllo del territorio a attraverso il ricorso alla violenza bruta”. Quella scoperta a Roma “non è mafia con la lupara”, ma uno dei volti della mafie moderne che “sono sempre più imprenditrici installate bene bene in logiche di mercato e nei mercati finanziari”. Quello che è importante comprendere, secondo Ciotti, è che oggi più che mai “corruzione e mafia sono due facce della stessa medaglia”.
Perché le cose cambino in Italia per Ciotti è necessario “un rinnovamento profondo e radicale delle coscienze e delle persone responsabili della vita politica”, altrimenti il rinnovamento “sarà più apparente che reale”, e non ci sarà un vero cambiamento, come dimostrano le tante difficoltà nell’approvazione di una legge completa contro la corruzione che “viene presentata con forza poi finisce in commissione e in Aula e non se ne fa più niente”.