L’ex commissario che le aveva proposte, il francese Michel Barnier, le aveva presentate come norme fondamentali per fare finalmente sì che “le conseguenze degli errori commessi dalle banche non siano scaricate sui contribuenti”. Con la nuova Commissione europea, però, rischia di non vedere mai la luce la riforma strutturale del settore bancario immaginata dal vecchio esecutivo comunitario che prevedeva, tra le altre, la proposta di “separazione bancaria” e cioè l’obbligo per le grandi banche di separare le attività di investimento potenzialmente rischiose dalla funzione di raccolta di depositi, così da evitare ricadute sui clienti. Per il nuovo commissario ai servizi finanziari, il britannico Jonathan Hill, la cui nomina ha suscitato fin dall’inizio forti perplessità a causa del suo passato da lobbista finanziario, portare avanti questo progetto per proteggere la sicurezza dei risparmi dei cittadini, non sembra affatto una priorità. Anzi, per il commissario occorre pensare se ritirare la proposta.
Così dice una lettera che Hill ha inviato lo scorso 18 novembre al braccio destro di Juncker, Frans Timmermans che sta supervisionando una revisione delle proposte della vecchia Commissione per definire il piano di lavoro dei prossimi mesi dell’esecutivo Ue. Nella lettera, solo ora divenuta pubblica, il commissario britannico scrive che “sarebbe prematuro ritirare la proposta ora”, ma che “bisogna vedere quanti progressi sono stati fatti” sulla proposta di riforma strutturale del sistema bancario, visto che “gli Stati membri stanno spingendo in diverse direzioni per opporsi ad essa, così che il ritiro potrebbe essere un’opzione il prossimo anno se il supporto degli Stati membri non aumenta”.
E in effetti la revisione del sistema bancario così come immaginata da Barnier piace decisamente poco a grandi Stati come Francia, Germania e Gran Bretagna e ancora meno ai grossi istituti bancari che stanno esercitando, proprio in queste settimane, una pesante attività di lobby per fermarla. Il 13 novembre, appena pochi giorni prima della lettera di Hill a Timmermans, la British Bankers Association e la Fédération banquaire française hanno inviato alla Commissione Ue una lettera congiunta proprio per chiedere di fermare la proposta che, sostengono, “avrebbe un impatto fortemente negativo sull’economia europea e metterebbe in pericolo l’Unione dei mercati dei capitali”. Secondo gli instituti bancari ci sarebbero “motivi forti per rivedere la proposta fatta dalla precedente Commissione” e la concomitanza temporale tra la richiesta e l’iniziativa di Hill non ha mancato di suscitare sospetti, soprattutto tra chi, fin dall’inizio, riteneva Hill come inadatto al ruolo di commissario ai servizi finanziari per il possibile conflitto di interessi che sarebbe potuto nascere dal suo passato.
“Visti i precedenti di lobbismo finanziario di Mr Hill era abbastanza evidente che avrebbe aperto all’indebolimento della legislazione finanziaria europea”, attacca il vice-presidente dei Verdi al Parlamento europeo, Philippe Lamberts, ricordando che proprio per questo i Greens si erano espressi contro la sua nomina. “Avendo potuto constatare le sue competenze diplomatiche – continua Lambert – mi aspettavo che compisse la sua missione in modo molto più sottile. Ma, suggerendo al suo collega Frans Timmermans di ritirare semplicemente la proposta legislativa in materia di separazione delle attività bancarie in caso di uno stallo prolungato dei negoziati al Coonsiglio, ha deciso di adottare una strategia francamente grossolana e scandalosa”. Il messaggio inviato da Hill, continua l’eurodeputato, “conferma che opera per conto degli interessi delle grandi banche europee e non in favore dei cittadini europei”.