L’Italia non torna indietro. Mare Nostrum è un’operazione finita, e l’ultimo naufragio non porterà il governo a ripristinare una missione – per stessa ammissione dell’esecutivo italiano – troppo costosa e che non è riuscita a cancellare i morti in mare. Dalla Commissione europea però si risponde che l’Italia ha dei doveri nella sorveglianza delle frontiere dell’Unione.
A margine del consiglio Affari interni oggi a Bruxelles Angelino Alfano reagisce così alla notizia dell’ultima tragedia umana registrata nella notte al largo dello coste libiche. Disperati in fuga dal Paese nord-africano diretti in Italia col gommone. “Il naufragio è avvenuto vicino alla Libia”, le prime parole del ministro dell’Interno, quasi a voler mettere le mani avanti. Poi fa un po’ di confusione: “E’ avvenuto vicino a Lampedusa”, dice. E subito si corregge. “E’ avvenuto a quaranta miglia dalle coste libiche, e a cento da quelle italiane”.
Per Alfano non cambia l’impegno a per far sì che queste cose non si ripetano. “Ribadiamo che i mercanti di morte vanno combattuti e fermati”. Ma questa volta con i mezzi e le risorse dell’Ue, perché “Mare Nostrum ci è costata 114 milioni di euro”, mentre la missione che l’ha sostituita, Triton, “è a carico dell’Europa e costa all’Italia zero euro”.
“Con Mare Nostrum purtroppo non abbiamo evitato la perdita di vite umane”, dice poi il ministro. “Abbiamo salvato decine di migliaia di vite umane – rivendica -, ma purtroppo abbiamo identificato 499 cadaveri e 1.500, secondo le dichiarazioni delle persone tratte in salvo, sarebbero i dispersi”. Con Triton “l’Europa ha deciso di occuparsi delle frontiera europea” del Mediterraneo, da dove provengono migranti “che arrivano in Italia ma che vogliono raggiungere l’Europa”. Insomma, i migranti non sono un problema italiano.
“Triton non sostituisce Mare Nostrum”. Ha però commentato la portavoce della Commissione europea Natasha Bertaud, a proposito del naufragio al largo delle coste libiche avvenuto la scorsa notte. “L’operazione Triton – ha aggiunto – è concepita per aiutare gli sforzi dell’Italia, e non sostituisce né rimpiazza le obbligazioni italiane nel monitoraggio e nella sorveglianza delle frontiere esterne”. Questo, ha aggiunto, “implica che l’Italia dovrà continuare a a compiere sforzi significativi utilizzando mezzi nazionali, pienamente coordinati con le operazioni dell’agenzia Frontex, al fine di gestire la situazione sulle frontiere esterne”.