Gli Stati membri dell’Unione europea avranno la possibilità di decidere se restringere o vietare, sul proprio territorio, coltivazioni di Organismi geneticamente modificati approvate o in via di approvazione a livello europeo. È questo il punto principale dell’accordo provvisorio raggiunto nella notte da Commissione, Parlamento e Consiglio nel corso del lungo trilogo sugli Ogm. Per il momento si tratta di un accordo non definitivo, che ancora deve essere approvato formalmente dal Coreper (la riunione degli ambasciatori dei Paesi presso l’Ue) e dalla plenaria dell’Europarlamento, ma il risultato, tutt’altro che scontato, era fortemente voluto dalla presidenza italiana, che ora canta vittoria.
L’accordo “ci porta molto vicini a un grande traguardo europeo sotto la Presidenza di turno italiana: il riconoscimento della sovranità e dell’autonomia dei singoli Stati nella coltivazione degli Ogm”, sottolinea il ministro dell’Ambiente, Gian Luca Galletti. Con questo testo, continua, “abbiamo raggiunto un compromesso equo e bilanciato, attento a valorizzare le realtà dei singoli Stati, che crea finalmente le condizioni necessarie per garantire la libertà di scelta a livello nazionale sulla coltivazione degli Ogm”.
La decisione di un Paese di vietare una coltivazione Ogm autorizzata a livello Ue potrà essere motivata con ragioni socio-economiche, di politica agricola, per evitare la contaminazione di altri prodotti o anche per ragioni di politica ambientale. L’unica condizione è che le motivazioni presentate non si oppongano, ma siano “distinte e complementari” rispetto alla valutazione di rischio ambientale, che compete alla sola all’Autorità europea di sicurezza alimentare (Efsa). Oltre alla possibilità per gli Stati membri di decidere di non coltivare Ogm, l’accordo raggiunto prevederebbe anche, come chiesto dal Parlamento, la fine di ogni limite di tempo per vietare una coltivazione (il testo orginario prevedeva entro due anni).
Cade anche l’obbligo per gli Stati membri (inizialmente previsto nella “posizione comune” del Consiglio Ue) di negoziare direttamente con le società produttrici, informandole dell’eventuale intenzione di vietare le colture degli Ogm da loro prodotti. Se il richiedente non solleva obiezioni, il campo di applicazione geografica dell’autorizzazione comunitaria escluderà automaticamente quel territorio.
Compromesso raggiunto anche sulle misure di coesistenza, e cioè barriere fisiche e altri accorgimenti per impedire la contaminazione tra chi produce Ogm e chi coltiva Ogm-free: i deputati chiedevano di renderle sempre obbligatorie mentre secondo il compromesso lo saranno soltanto nelle zone transfrontaliere a meno che non vi siano barriere naturali (come tratti di mare o montagne) e saranno concordate fra i due Paesi interessati.
Se nulla ostacolerà il processo, l’accordo trovato dovrebbe essere avvallato dalla Commissione Ambiente del Parlamento europeo questo 15 dicembre, poi dal Consiglio dei ministri dell’ambiente il 17 per poter essere votato nel corso della plenaria del Parlamento europeo a gennaio. Poi gli Stati avranno un mese per approvarla formalmente.
Al momento il solo Ogm autorizzato nell’Ue è il mais Monsanto 810, coltivato soltanto da tre Stati (Spagna, Portogallo e Repubblica Ceca). Altri tre mais geneticamente modificati hanno già ricevuto parere favorevole dall’Efsa, l’autorità europea per la sicurezza alimentare, mentre altri quattro sono in attesa. Ma “le autorizzazioni non saranno rilasciate domani né dopodomani. Occorre attendere l’entrata in vigore della nuova regolamentazione”, ha spiegato il portavoce dell’esecutivo Ue per l’Ambiente, Enrico Brivio.
Soddisfatto il responsabile per Salute e sicurezza alimentare dell’esecutivo Ue, Vytenis Andriukaitis: “Se confermato, l’accordo andrebbe incontro alle pressanti richieste fatte dagli Stati fin dal 2009 perché venga preso in maggior considerazione il loro contesto nazionale e soprattutto il parere dei cittadini”, sottolinea il commissario, dicendo di “confidare pienamente che questo accordo di principio sia formalmente adottato nelle prossime settimae da Parlamento europeo e Consiglio per consentire agli Stati membri di cominciare ad esercitare le proprie capacità estese di scelta sulle coltivazioni Ogm dalla primavera 2015”.