Palazzi e corridoi come volto di un’ “Europa disumana”, la cui lentezza amministrativa “ricorda la Polonia anni 90”. Il neo commissario europeo Elżbieta Bieńkowska non utilizza giri di parole per descrivere il suo nuovo ambiente di lavoro bruxellese. Neanche il tempo di iniziare il mandato, che l’ex vice-premier polacco e oggi responsabile del portafoglio al Mercato interno nella Commissione Juncker , si scaglia contro “la burocrazia di Bruxelles”. Nelle istituzioni Ue “c’è gente che lavora da dozzine di anni, forse decenni, insomma troppi anni”, accusa il commissario nel corso di una intervista ad una radio polacca.
E’ un vero e proprio salto nel passato che riporta Bieńkowska ai tempi in cui iniziò la sua la sua carriere politica, visto che definisce la lentezza della burocrazia comunitaria come “quella dell’amministrazione pubblica in Polonia negli anni novanta” che però ora, prosegue, “è migliore di quella di Bruxelles”
Ma non è finita, incalzata dalle domande dei giornalisti in radio rincara la dose e lancia una un’altra stilettata dritto al cuore dell’apparato amministrativo Ue: “In questi palazzi e corridoi si percepisce il significato della parole del Papa quando parla di Europa disumana”.
Alla domanda se avesse qualche suggerimento da dare connazionale Donald Tusk, appena entrato in carica come presidente Consiglio europeo, Bienkowska conclude ammettendo quanto siano state dure per lei le prime settimane di lavoro nelle istituzioni Ue: “Non riuscivo ad adattarmi e il sistema non si adattava a me, l’inizio è stato senz’altro difficile”, ma, ha concluso il commissario, “questa amministrazione non mi spezzerà”.