Sulla questione dell’etichettatura Made In “il governo ha scelto di non agire”, e ha perso una “occasione per rilanciare la nostra manifattura”. È l’accusa lanciata dai due esponenti di Forza Italia, il vicepresidente del Parlamento europeo, Antonio Tajani, e l’eurodeputata Lara Comi, secondo cui “Renzi ed il governo hanno sprecato l’occasione che la Presidenza Italiana dell’Ue offriva al paese per rilanciare sul Made In ed aprire un negoziato serio e fattivo con i paesi che si oppongono all’etichettatura obbligatoria”.
“Il lungo lavoro e gli sforzi messi in campo in questi anni in qualità di vicepresidente della Commissione Europea con delega all’industria, cercando di aggirare il blocco di alcuni paesi del nord Europa in Consiglio, potevano essere rilanciati con un vero gioco di squadra se il governo Renzi avesse fatto del Made In una priorità della presidenza Ue, cosa che invece ha scelto di non fare”, ha affermato Tajani.
“Dopo il lungo periodo di stallo su questo dossier”, il Parlamento “grazie ai nostri negoziati in Commissione Mercato Interno e all’approvazione dell’etichettatura obbligatoria”, erano riusciti “a far ripartire la trattativa che avrebbe potuto arrivare a buon fine durante il periodo della Presidenza Italiana”, ha aggiunto Comi, secondo cui “abbiamo servito a Renzi il Made In su un piatto d’argento ma questo sforzo è stato vanificato”, e l’errore è stato “usare un impact assessment per non risolvere il problema ma semplicemente traslarlo nel tempo ad altre presidenze, facendo perdere una importante occasione di rilancio delle nostre eccellenze nazionali”, hanno concluso i due.