Il dibattito sui negoziati per ”accordo di libero scambio Ue-Usa, il Ttip, “non deve essere uno scontro tra due tifoserie acriticamente pro o contro”, perché “non ci sono ancora i termini su cui dibattere”, essendo il negoziato ancora in corso e in uno stato embrionale. Quello che è sicuro è che “grazie all’impegno del Parlamento si è ottenuta la trasparenza necessaria”, per tranquillizzare l’opinione pubblica. Ne è convinta Alessia Mosca, eurodeputata del Pd e membro della commissione per il Commercio internazionale, quella che si occuperà da vicino della questione.
Lei quindi non è tra quelli che temono che il Ttip porterà un abbassamento dei nostri diritti?
“Noi lavoreremo proprio per assicurarci che non vengano abbassati i diritti dei lavoratori, quelli ambientali e che non si mettano in pericolo tutte le conquiste raggiunte con difficoltà nell’Ue. Poi è chiaro, come in ogni negoziato ci sono settori che potranno trarre dei vantaggi e altri che potrebbero essere penalizzati. Io penso che dobbiamo vedere se le due cose saranno bilanciate prima di esprimere un giudizio assoluto”.
La presidenza italiana assicura che il tema ad esempio degli Ogm sarà tenuto fuori dalle discussioni …
“Nel mandato negoziale non c’è, anche se in Italia il dibattito insiste soprattutto su questo tema. Non c’è un capitolo che parli di cambio normativo sugli Ogm ed è sbagliata la narrazione che dice che con il Ttip ci saranno invasioni di organismi geneticamente modificati, carni con gli ormoni e junk food americano. Sono argomentazioni che servono solo ad alimentare la paura della gente”.
La gente vuole la certezza che il livello di qualità dei nostri prodotti non venga alterato
“È giusto ma bisogna capire che noi potremmo avere anche un vantaggio offensivo in queste negoziazioni, per tutelare ed esportare i nostri prodotti. Faccio un esempio banale: la mela della Val di Non, un prodotto di eccellenza, al momento non viene esportata negli Usa a causa di barriere dovute a differenti regolamentazioni. Ma che problemi può mai creare una mela, una semplice mela? È chiaro che si potrebbe aprire la strada all’esportazione di tanti prodotti che al momento vengono bloccati, e questo sarebbe un bene per i nostri agricoltori e produttori”.
Negli Usa c’è il problema del riconoscimento degli Igp e dei prodotti alimentari “falsi”, anche su questo capitolo vede delle opportunità in questi negoziati?
“Nel trattato di libero scambio con il Canada abbiamo raggiunto un accordo molto buono sulle Indicazioni geografiche, un accordo molto vantaggioso per noi. Sinceramente trovo difficile che si riesca a ottenere lo stesso con gli Usa, ma potremmo batterci per le etichettature. Ci sono molti prodotti pseudo italiani a cui potremmo vietare di esporre bandierine italiane e cose del genere. Anche senza il riconoscimento degli Igp, molti dei quali sono sconosciuti ai cittadini americani, si potrebbe ottenere una maggiore informazione per i consumatori”.
Un punto di forte scontro è la clausola Isds, che permetterebbe di risolvere le controversie tra aziende e Stato in corti arbitrali bypassando i tribunali nazionali. Per ora è un capitolo congelato, lei come la vede?
“L’Isds negli altri Paesi è il vero tema di dibattito, ma secondo me è una clausola marginale: i dati ci dicono che se anche se ci fosse i casi che potrebbero adire a questo strumento sono veramente minimi. E poi non c’è un unico tipo di Isds, di arbitrato extragiudiziale, il punto quindi non è se lo vogliamo o meno, ma di che tipo deve essere. Aggiungo che la Germania, tra i più contrari, ha già dei meccanismi Isds in diversi accordi bilaterali. Allora mi chiedo: non è che il problema è che si dovrebbe cedere potere alle istituzioni comunitarie?”
Mercoledì la commissaria al Commercio Cecilia Malmström sarà in audizione al Parlamento, cosa le chiederete?
“Innanzitutto la questione dei tempi, che è fondamentale. Dobbiamo capire quali sono le ambizioni e le aspettative per poter chiudere l’accordo in tempi ragionevoli. Dobbiamo sfruttare la finestra di un anno e mezzo prima delle elezioni americane. Non possiamo restare indietro al resto del mondo, tutti chiudono accordi e noi vogliamo rimanere in un cono d’ombra?”
La nuova Commissione ha garantito più trasparenza ai negoziati, per lei è abbastanza?
“Quella è stata una grande vittoria del Parlamento, ora tutti gli eurodeputati avranno accesso ai documenti e nessuno sarà classificato per noi. Un grandissimo passo avanti grazie ai nuovi poteri che i Trattati ci danno”.