Il tema è quantomai all’ordine del giorno e Jean-Claude Juncker, finito nell’occhio del ciclone per lo scandalo Luxleaks, ha già promesso il suo impegno. Ma Italia, Francia e Germania chiedono che la Commissione inizi una vera e propria guerra contro la concorrenza sleale in materia fiscale. I ministri delle Finanze dei tre Paesi hanno indirizzato al commissario europeo per gli Affari economici, Pierre Moscovici, una lettera congiunta per chiedere all’esecutivo comunitario di elaborare una normativa che riduca l’elusione fiscale da parte delle aziende e impedisca agli Stati membri di offrire una tassazione minore per attrarre investitori.
Pier Carlo Padon, il tedesco Wolfgang Schaeuble e il francese Michel Sapin chiedono l’adozione, entro il 2015, di una ampia direttiva anti-Beps (erosione della base imponibile e allocazione artificiosa dei profitti). “Questa forte iniziativa assunta dall’Ue, che potrebbe essere proposta entro la fine del 2014, darebbe all’Europa il ruolo guida che merita a livello internazionale”, dice la lettera.
Secondo i tre ministri a chiederlo sono “i nostri cittadini e le nostre aziende” che “si aspettano che lottiamo contro l’elusione fiscale e i programmi fiscali aggressivi”. È insomma, prosegue la missiva, “comune dovere rispettare le loro attese garantendo che ognuno paghi la propria giusta porzione di tasse allo Stato in cui i profitti sono stati generati”.
“Il commissario Moscovici si felicita per il sostegno arrivato da Francia, Germania e Italia alla proposta di scambio di informazioni sui ‘tax ruling’, e intende rispondere in settimana alla lettera inviata dai tre ministri”, ha fatto sapere la portavoce agli affari economici della Commissione, Vanessa Mock, aggiungendo che la proposta sullo scambio di informazioni sarà presentata dall’esecutivo Ue già nei primi tre mesi del 2015. “La Commissione Ue accoglie con favore tutti gli input dagli Stati membri sulla lotta alle pratiche fiscali aggressive”, ha aggiunto la portavoce.