“Non sentivamo alcun bisogno di fissare un blocco di cinque anni del processo di allargamento” dell’Unione europea. Sandro Gozi, sottosegretario alle Politiche Ue, parla a nome della presidenza italiana di turno dell’Unione. Intervenendo alla giornata conclusiva della Cosac (Conferenza delle commissioni parlamentari Affari comunitari degli Stati membri), critica la decisione del presidente della Commissione europea Jean Claude Juncker, il quale aveva annunciato che “non ci sarà alcun ulteriore allargamento” durante il suo mandato.
Gozi è invece convinto che l’allargamento sia “il più grande successo della politica estera dell’Unione”. Per questo auspica che “Federica Mogherini (Alto rappresentante per la Politica estera dell’Ue) e Johannes Hahn (commissario per le politiche di vicinato) lavorino” per far cambiare idea a Juncker, soprattutto “per quanto riguarda i paesi dei Balcani occidentali”.
Il capo dell’esecutivo europeo aveva lasciato la porta aperta per quei paesi ai quali è già stato riconosciuto lo status di candidati all’adesione – Islanda, Macedonia, Montenegro, Serbia, Albania e Turchia – ma l’Italia spinge perché il processo vada avanti anche per Bosnia-Erzegovina e Kosovo, ai quali il Consiglio europeo ha offerto una prospettiva di ingresso nel lungo periodo.
Riguardo alla politica di vicinato, Gozi pone l’accento sulla questione del Mediterraneo. Lancia un avvertimento sulla Libia: “è un problema che è stato troppo sottovalutato” da parte dell’Europa. Un problema che ne richiama un altro, quello dei flussi migratori. “preferisco dire flussi umani – precisa Gozi – perché ci sono persone che scappano da guerre e dalla fame, e poi ci sono flussi umani che si chiamano terrorismo, e pongono una questione di sicurezza”. Entrambe le facce della medaglia, secondo l’esponente del governo, vanno affrontate “con una politica comune”, evitando “contrapposizioni tra interessi nazionali”.
Dello stesso avviso il presidente della commissione Politiche Ue della Camera, Michele Bordo, il quale critica la politica europea per l’immigrazione, definendola “debole e frammentata, contraddistinta da una scarsa solidarietà tra Stati membri, incapaci di guardare oltre i propri interessi regionali”. Un errore, secondo Gozi, visto che “quei flussi migratori raggiungono anche paesi come la Svezia”.
L’invito di Gozi, dunque, è a mantenere vivo l’interesse sul Mediterraneo. “Mi auguro che lo faccia anche la Lituania durante il prossimo semestre di presidenza europea”, dichiara Gozi, sottolineando che l’Italia, durante la sua presidenza di turno, ha “tenuto altissima l’attenzione anche sulla crisi ucraina, con numerose iniziative”, dimostrando di non gestire il ruolo di guida “in base a interessi nazionali”.
Un concetto espresso anche da Vannino Chiti. Secondo il presidente della commissione Affari europei del Senato, “il tema del Mediterraneo e quello di ciò che accade a Est devono essere entrambi al centro” della politica estera dell’Unione. “Non ce n’è uno più importante dell’altro a seconda di chi esercita la presidenza di turno”, prosegue. E a proposito dell’Ucraina, sostine che l’Ue non vuole “una nuova guerra fredda in Europa, ma non può sacrificare i propri valori di democrazia”, quindi “non si può accettare che unilateralmente si cambino i confini di uno Stato, né che si decidano le sorti di un popolo senza che questo possa esserne artefice”.