Gli elettori svizzeri hanno respinto la proposta di introdurre quote restrittive all’immigrazione. Il referendum di domenica era stato lanciato dagli ambientalisti estremi di Ecologia e popolazione (Ecopop) e mirava a limitare allo 0,2% la crescita della popolazione residente causata dall’immigrazione. Secondo l’associazione di volontariato svizzera, la quota restrittiva rappresentava una soluzione ecologica ad un “incremento demografico annuo oscillante tra l’1.1% e l’1.4%”, dovuto “per l’80% all’immigrazione”. Il tetto proposto dall’associazione avrebbe ristretto considerevolmente l’immigrazione netta, garantendo l’ingresso regolare ad appena 16.000 persone l’anno, contro le 80.000 registrate nel 2013.
Se a livello nazionale Ecopop proponeva di contrastare il fenomeno della sovrappopolazione intervenendo sulle politiche migratorie, a livello internazionale questo impegno doveva tradursi nella promozione della pianificazione familiare nel quadro della cooperazione allo sviluppo. “La Confederazione dovrà investire il 10% degli attuali fondi destinati alla cooperazione e allo sviluppo nella promozione della pianificazione familiare volontaria”, ovvero nella “migliore informazione e un accesso facilitato ai metodi contraccettivi”, dichiarava Ecopop nel testo dell’iniziativa.
La netta maggioranza della popolazione, ben il 74%, si è espressa in maniera contraria alla misura di Ecopop, e sulla versione online del quotidiano Blick, il politologo Michael Herman ha parlato di “Ecoflop”. Soddisfatta del risultato referendario la Commissione Europea. In occasione dell’incontro quotidiano con la stampa internazionale a Bruxelles, il portavoce Margaritis Schinas ha dichiarato che l’esito svizzero dimostra “il desiderio di mantenere rapporti regolari con l’Ue”. La libertà di circolazione all’interno dell’Unione “non è aperta a negoziazioni”, ha aggiunto.
Gli elettori svizzeri avevano già votato in un altro referendum a Febbraio per la reintroduzione di quote di immigrazione, significativamente meno stringenti di quelle proposte domenica scorsa da Ecopop, rinunciando a tutti gli effetti di aderire all’accordo di libera circolazione all’interno dell’Ue. Da parte sua Ginevra deve ancora implementare il risultato di quel voto popolare e sta tuttora cercando di adottare misure accettabili sia per Bruxelles sia per i suoi vicini europei.
Quasi un quarto degli 8,1 milioni di persone che abitano la Svizzera non è suo cittadino. Molti arrivi si sono verificati dopo l’adozione da parte di Ginevra del principio di libera circolazione delle persone dell’Unione Europea. La crescente immigrazione ha portato ad una serie di proteste in merito alla mancanza di alloggi a prezzi accessibili e di trasporti pubblici sovraffollati.
Il no arrivato domenica alla limitazione dell’immigrazione è stato accompagnato dai no ad altre due questioni. La prima, riguardante la possibilità di aumentare le riserve auree della Banca nazionale svizzera (Bns) e la seconda in merito all’abolizione dei vantaggi fiscali per le persone molto abbienti che risiedono nella Confederazione.