Da continente dimenticato l’Africa può diventare il continente del futuro. Questa la conclusione della prima giornata dall’Assemblea parlamentare congiunta (Jpa) tra Unione Europea ed i suoi partner in Africa, Caraibi e Pacifico (Acp-Ue). Il “Rinascimento africano” è possibile grazie alle immense terre coltivabile, alla ricchezza di materie prime, alla sua crescente influenza culturale e a una popolazione molto giovane. Secondo Louis Michel (Alde), co-presidente dell’Acp-Ue, “il decollo economico del continente, caratterizzato da un tasso di crescita media del 5% e della popolazione del 2,5% annua, è indissolubilmente legato alla globalizzazione”.
C’è ancora molto da fare affinché questi elementi propulsivi possano davvero dare i frutti. La crescita “deve essere sostenibile ed inclusiva”, ha dichiarato Michel, il quale ha citato clima imprenditoriale, sistema fiscale e sfruttamento delle materie prime come le tre sfide fondamentali che l’Africa deve vincere. Per il Co-presidente dell’Assemblea congiunta, il giamaicano Fitz Jackson, vi sono altri elementi importanti da tenere in considerazione: “Quando parliamo di crescita economica dovremmo considerare anche il ruolo fondamentale giocato dal settore privato nel facilitare la crescita, ridurre la povertà, la disuguaglianza e la disparità di reddito nei paesi Acp”.
Due le minacce principali allo sviluppo del continente africano individuate alla sessione di apertura: gruppi terroristici e diffusione dell’Ebola.
La pace e la stabilità sono minacciate dagli sviluppi nella regione del Sahel, che si estende dal Senegal al Sudan, del Darfur, Somalia, Corno d’Africa, Repubblica Democratica del Congo, Mali e Nigeria, dove operano trafficanti internazionali e gruppi terroristici come ad esempio il movimento islamico Boko Haram. Di conseguenza, è importante mettere le autorità africane nella condizione di “attuare un politica anti-terrorismo efficace e duratura”. Anche i paesi europei devono però fare la loro parte. In particolare, secondo Jackson, questi “devono garantire trasparenza assoluta nella vendita di armi che potrebbero finire col perpetuare conflitti e terrorismo nell’Africa e in altri paesi”.
Per quanto riguarda l’Ebola, secondo Michel si tratta di affrontare “la peggiore epidemia della storia della malattia, non solo per l’Africa ma per tutte le zone del mondo”. L’Ebola rimane un “problema globale” e di conseguenza necessita un “intervento congiunto da parte dell’Ue e degli Stati Uniti per fornire alle autorità dei paesi colpiti le risorse finanziarie e tecniche per combatterla”. In quest’ottica, Jackson ha sostenuto la proposta americana per “la cancellazione, da parte del Fondo Monetario Internazionale, del debito detenuto dai paesi colpiti”. Infine, il co-presidente Jpa ha invitato altri organismi multilaterali e bilaterali che hanno finanziato i paesi africani ad accogliere l’idea americana.