La proposta di garantire il roaming gratuito dei dati all’interno dell’Unione Europea continua a dividere gli stati membri. Nonostante i tentativi della Presidenza italiana di conciliare le divergenze tra i 28 paesi con il Parlamento, le distanze rimangono. Il motivo? È necessario analizzare “ulteriormente le implicazioni sui mercati nazionali”.
La misura rappresenta uno degli elementi cardine del “pacchetto Kroes” per il mercato unico delle telecomunicazioni. . “L’accesso alla rete è un diritto del cittadino”, ha ribadito oggi il Sottosegretario alle comunicazioni Antonello Giacomelli, in occasione della conferenza con la stampa al termine del Consiglio Ue. Di conseguenza “la proposta che noi avanziamo è di liberare la riflessione in corso dal contrasto tra le ragioni degli operatori e quelle degli Ott, rimettendo invece al centro il diritto del cittadino utente, rispetto al quale vanno definite le posizioni di tutti i soggetti economici”, ha dichiarato Giacomelli. Quando la presidenza del Consiglio Ue passerà nelle mani della Lettonia, il governo italiano potrà spingere per l’avanzamento del dossier senza i limiti posti dall’attuale ruolo di “onesto mediatore”, annuncia il sottosegretario. Secondo il Commissario all’economia digitale, Günther Oettinger, nonostante lo stallo “la trattativa non fallirà”.
La data per la fine del roaming, definita all’interno del documento presentato dalla presidenza italiana sullo stato delle discussioni tra gli stati membri, è fissata per il 15 dicembre 2016. Si parla quindi di un anno dopo la data proposta dall’Europarlamento e sei mesi dopo rispetto a quella della Commissione (1 luglio 2016). Inoltre, l’organismo dei regolatori europei delle comunicazione elettroniche, Berec, esporranno ad inizio dicembre il loro parere sull’eventuale fine dei sovrapprezzi del roaming.