Il Parlamento europeo si divide e slitta al mese prossimo la votazione sul testo che chiede il riconoscimento della Palestina come Stato. La mozione, che aveva l’appoggio di Socialisti, Gue e Verdi, è stata criticata dai popolari che hanno ottenuto che venisse votata la prossima plenaria. Il Ppe è in sostanza contrario al riconoscimento dello Stato e il perché lo ha spiegato nel dibattito a Strasburgo il responsabile del partito in commissione Affari esteri, Cristian Dan Preda, secondo cui “si sbaglia chi ritiene che il riconoscimento immediato e unilaterale della Palestina sostanzialmente rappresenti una possibilità per far partire di nuovo i negoziati”. Per Preda “il riconoscimento della Palestina può essere solo il risultato di un negoziato in un processo di pace globale”.
Di parere opposto Martina Anderson della Gue che ha ricordato che “135 Stati già riconoscono la Palestina, ovvero circa l’80% della popolazione mondiale, di questi 8 Paesi membri, recentemente la Svezia”. “Risoluzioni favorevoli del Parlamento – ha aggiunto – sono state votate in Irlanda, Gran Bretagna e discussioni analoghe sono in corso in Francia, Belgio e Danimarca”. Per Anderson “chi afferma che il riconoscimento dello Stato palestinese avrebbe un impatto negativo sui negoziati ignora una semplice realtà: 20 anni di negoziati non hanno portato progressi e hanno solo rafforzato l’occupazione israeliana che mina la soluzione a due Stati continuando con la confisca dei territori e l’espansione delle colonie che non si arresta”. L’unica soluzione, per l’esponente della Gue, è quindi “il riconoscimento della Palestina nei confini del 1967”. Anche il gruppo S&D si è espresso in favore del riconoscimento, Gianni Pittella ha ribadito “il forte impegno per la sicurezza di Israele”, a cui allo stesso tempo ha chiesto però “di fermare le costruzioni delle colonie e ogni espansione in Cisgiordania e Gerusalemme Est”.
Per Federica Mogherini, presente in Aula, quello sul riconoscimento del Palestina à un “dibattito cruciale”. L’Alto rappresentante ha ricordato che il riconoscimento di uno Stato “non è competenza dell’Unione ma responsabilità degli Stati membri individualmente”, la questione però “politicamente mi riguarda”, ha specificato. Mogherini ha ricordato che “la posizione storica dell’Ue”, è la nascita di “uno Stato palestinese nei confini del 1967 e una soluzione per Gerusalemme”. Per Mogherini, Israele “deve avere il diritto di vivere in pace e sicurezza nella regione” e i palestinesi “avere finalmente un unico Stato a Gaza, Cisgiordania e Gerusalemme”. Ma “per arrivare a questo obiettivo” è necessario “lavorare con Israele per garantire la sua sicurezza, perché “non ci può essere sicurezza senza uno Stato palestinese”, e nello stesso tempo “non si avrà uno Stato palestinese se non garantiremo sicurezza e pace a quello israeliano”.