La questione della maggiore tassazione dei libri elettronici rispetto a quelli cartacei è all’attenzione dei ministri dell’Economia e delle finanze dell’Ue. La presidenza italiana del Consiglio Ue è pronta a sollevare la questione in sede Ecofin, promette il ministro della Cultura, Dario Franceschini, al termine di un consiglio Cultura che ha visto la produzione di un documento dove “si riconosce che una diversità di trattamento esiste e va affrontata”. Il problema è che l’Iva che incide su un libro di carta oggi è del 4%, quella di un e-book è del 22%, questo perché sono equiparati ai beni e servizi digitali e per questo hanno una tassazione superiore. Ma così facendo non permettono di abbassare i costi per i cittadini di un prodotto che ha costi di produzione molto bassi. L’Italia ha intenzione di portare l’Iva al 4% anche per gli e-book, ma facendolo rischia una infrazione comunitaria in quanto per Bruxelles una tassazione differente costituirebbe un aiuto statale illecito al settore.
Nella riunione di oggi i ministri dei Ventotto hanno sottolineato l’importanza della promozione della lettura come strumento per diffondere il sapere, incoraggiare la creatività, sostenere l’accesso alla cultura e la diversità culturale e sviluppare la consapevolezza dell’identità europea, affrontando il tema delle diverse condizioni applicate agli ebook e ai libri a stampa. Qui, spiega Franceschini, “sono emerse le differenze di posizione che tutti conoscevamo, perché alcuni pensano che il tema si di competenza Ecofin”. Alla fine “è passato un testo all’unanimità in cui si riconosce una differenza di trattamento, e che deve essere superata”.
Oggi, lamenta Franceschini, vige un principio per cui “ se è su carta è un libro e se non è su carta non è più libro”, qualcosa di “difficile” da poter credere. Ecco perché l’Italia, in quanto paese con la presidenza di turno, “spingerà perché il testo arrivi sul tavolo dei ministri economici”. L’Italia è soddisfatta e fiduciosa. “Oggi è stato compiuto un passo molto importante che va nella direzione che volevamo”, ammette il ministro della Cultura.
Il Consiglio si è pronunciato poi favorevolmente sulla proposta di modalità innovative di partecipazione alla gestione patrimonio culturale. Un tema importante per il nostro paese, dove il sito archeologico di Pompei, con i suo crolli, ha richiamato l’attenzione sulla necessità di mettere in sicurezza le risorse culturali. L’Europa intende promuovere una modalità di gestione del patrimonio che coinvolga cittadini, società civile, istituzioni pubbliche e private nella definizione delle politiche culturali al fine di accrescere la consapevolezza riguardo l’importanza del patrimonio, importanza sottolineata con la richiesta alla Commissione di lanciare “l’anno europeo del patrimonio culturale”.