“Nell’Unione europea una donna su tre ha subito violenza fisica o sessuale dall’età di 15 anni, mentre fuori Europa queste forme di violenza sono una tattica di guerra largamente utilizzata, alle donne viene proibito di andare a scuole o sono costrette a sposarsi”. In occasione della giornata internazionale contro la violenza sulle donne, l’Ue ribadisce che la lotta a questo tremendo fenomeno è uno dei pilastri fondanti dei diritti umani, priorità per la comunità e annuncia che fino al 10 dicembre, giornata mondiale dei diritti umani, tutte le delegazioni dell’Ue nel mondo parteciperanno alla campagna Onu contro le violenze di genere.
L’Alto rappresentante Federica Mogherini, insieme al commissario per l’uguaglianza di genera Věra Jourová e Neve Mimica, responsabile della cooperazione internazionale, con una dichiarazione congiunta hanno richiamato l’attenzione sulle donne che “in tutto mondo in tutte le società e in tutte le regioni sono violentate, picchiate uccise, anche nella loro stessa casa”.
“L’Unione – assicurano – sta finanziando progetti per promuovere il cambiamento sociale e la prevenzione di tali pratiche, cosi come fornisce supporto alle vittime e continuerà lo sforzo in questa area”.
Diversi gli strumenti adottati da Bruxelles per combattere le diverse forme di violenza di genere. Primo fra tutti, la convenzione di Istanbul sulla lotta alla violenza sulle donne e domestica, adottata proprio quest’anno dal Consiglio d’Europa, e che secondo la Commissione “rappresenta uno strumento pratico a livello europeo e nazionale”. Ma anche l’Agenda “per il sostegno alle donne” della Dichiarazione di Pechino che nel 2015 compirà 20 anni, e la Risoluzione 1325 del Consiglio di sicurezza Onu sul “contributo delle donne alla Pace e alla sicurezza”, tutti strumenti da cui “ripartire per riflettere sulle azioni future”.
L’anno prossimo l’esecutivo comunitario è chiamato a riformulare la nuova agenda per lo sviluppo dei prossimi anni e il rispetto, da parte dei Paesi, “dell’uguaglianza di genere, l’eliminazione di tutte le pratiche di violenza rappresentano un prerequisito per lo sradicamento della povertà e per uno sviluppo sostenibile”.