“La Commissione europea non chiederà modifiche alla Legge di Stabilità”. Lo ha previsto il sottosegretario agli Affari europei Sandro Gozi parlando alla Tavola rotonda organizzata da Eunews a Firenze, “How can we govern Europe”. All’inizio della prossima settimana da Bruxelles arriverà il giudizio “definitivo” sulla manovra di bilancio italiana, e la lettera “di impegni” inviata ieri dal ministro Pier Carlo Padoan dovrebbe essere dunque sufficiente a tranquillizzare l’Unione sulla capacità italiana di realizzare gli obiettivi indicati a fine ottobre. “Ci aspettiamo una valutazione buona – ha aggiunto Gozi – perché siamo convinti che quello che stiamo facendo sia molto positivo per gli italiani ma anche per tutta la zona euro”. Secondo il sottosegretario, la legge di bilancio italiana “per la prima volta mira a sostenere la crescita, facilitare la creazione di posti di lavoro e finanziare le riforme strutturali”.
“Siamo molto interessati e fiduciosi su questo weekend di lavoro della Commissione europea, perché evidente che occorre un cambio di approccio anche a livello europeo con il rilancio di una politica economica – ha sottolineato Gozi – che punti molto di più sugli investimenti e che applichi le regole in modo molto più favorevole agli investimenti e alle riforme”.
Per il sottosegretario “nel momento più acuto della crisi l’Europa non ha saputo comunicare dicendo ‘stiamo insieme perché insieme possiamo uscire meglio dalla crisi’, mentre è stato dato un messaggio di una disunione in cui c’era un braccio di ferro tra creditori e debitori in cui ha prevalso la linea dei creditori. Questo ha fatto perdere tempo, e ha reso necessario più denaro per salvare l’euro”.
Questo fine settimana la Commissione sta lavorando su questo, ma anche su una valutazione dell’efficcia delle misure prese in base alle regole imposte per fronteggiare la crisi, e poi il presidente della Commissione europea Jean-Claude Juncker mercoledì presenterà davanti al Parlamento europeo il piano di investimenti da 300 miliardi per i prossimi anni. “E’ necessario un piano di investimenti europeo, con interventi individuati in alcune aree strategiche precise. Ma il piano Junker ha senso se si collega alla flessibilità”. Ha detto Gozi intervenendo al dibattito organizzato da eunews. Gozi precisa di non voler esprimere “critiche sul piano di investimenti prima che venga presentato” , e aggiunge di attendersi che “una parte dei 300 miliardi di euro provenga da risorse pubbliche nazionali, che però devono essere scorporate” dal computo del deficit. Su questo punto, stando a Gozi, “il presidente Junker ha fornito rassicurazioni”.
Per l’esponente del governo italiano, il piano di investimenti che verrà presentato mercoledì “è solo una prima risposta”, alla quale si deve aggiungere la capacità dei Paesi membri di intervenire a sostegno dell’economia. “E’ necessario che gli Stati che hanno margini per farlo, come la Germania, tornino a investire”, indica il sottosegretario, ma allo stesso tempo, prosegue, anche “i Paesi che hanno problemi di bilancio devono avere degli spazi di flessibilità” per poter fare altrettanto.
Poi Gozi critica duramente il Fiscal compact. “E’ un obrobrio politico dettato dalla congiuntura del momento”, sostiene, annunciando la volontà di “cambiare le regole”. L’Italia vuole “rivedere i trattati”, precisa, “ma siamo i soli insieme con il Belgio, perché ancora non ho capito cosa vuole fare la Germania che ha un atteggiamento ambiguo”. Recentemente sono arrivate delle aperture da Berlino sulla revisione dei trattati “ma non so se vogliano una convenzione, se pensano a una revisione leggera o se intendano intervenire per rivedere alcuni punti della governance economica con il metodo usato per il Fiscal compact”.
Sempre sulla governance, il sottosegretario ha annunciato che “a fine semestre l’Italia presenterà un rapporto sul funzionamento delle istituzioni europee”, e dal presidente Junker si attende “un rapporto su come stanno funzionando il Two pack e il Six pack”. Nel frattempo saluta con favore l’adozione di rivedere nel metodo i rapporti tra Commissione, Parlamento e Consiglio europei. “Il nuovo metodo prevede di identificare delle priorità politiche sulle quali le tre istituzioni lavorino insieme”, con una tabella di marcia condivisa per svolgere una attività “più efficace”. Gozi sottolinea che “questo cambiamento di metodo è uno dei risultati ottenuti dalla presidenza italiana del semestre europeo”.