“Non è credibile estendere la data di rientro del debito senza concreti passi in avanti in cambio. Qualche passo è stato fatto, ma troppo pochi e non sufficientemente ambiziosi”. Cosi il commissario europeo per l’Agenda digitale Günther Oettinger, in un commento pubblicato sul Financial Times, ha detto la sua in merito al progetto di bilancio francese, dopo che Parigi ha più volte annunciato che il rientro del deficit entro il limite del 3% sul Pil slitterà al 2017.
Dichiarazioni di cui Jean-Claude Juncker era stato informato, come ammette il portavoce della Commissione Margaritis Schinas, e che assumono rilevanza soprattutto perché espresse alla vigilia della valutazione da parte di Bruxelles dei bilanci nazionali, che avrà luogo nei prossimi giorni. Senza contare che il commissario Oettinger è politicamente vicino al cancelliere tedesco Angela Merkel, nonché suo collega di partito nella Cdu.
“La prossima settimana”, ha scritto Oettinger, “la nuova commissione dovrebbe adottare la decisione più difficile da quando è entrata in funzione, ossia se garantire o meno alla Francia per la terza volta, più tempo per riportare il deficit di bilancio sotto il limite del 3 per cento del Pil previsto dal Patto di stabilità e crescita”. Una proroga che Bruxelles “ha già concesso due volte, l’ultima volta fino al 2015” ha spiegato il commissario, preoccupato perché “senza sforzi aggiuntivi della Francia il deficit aumenterà ulteriormente”. Di qui l’affondo: “Non è credibile prorogare i termini senza chiedere passi concreti in cambio”, finora “troppo pochi e non sufficientemente ambiziosi per risolvere i suoi problemi economici nel lungo periodo, perché senza una Francia economicamente forte, l’Eurozona nel suo insieme non potrà risollevarsi”.
Parole che suonano, evidentemente, come un avvertimento nei confronti del capo di governo francese, François Hollande, in merito alla “sua volontà di agire”, visto che in generale, come ricorda il commissario tedesco nell’articolo, “le previsioni economiche di autunno dimostrano che “le prospettive in termini di crescita restano deboli”. Per rafforzare la fiducia nell’Euro “un ruolo critico sarà svolto dalle riforme strutturali”. Decisivo in tal senso il ruolo dei “pesi massimi europei come Germania e Francia”, ma lo stesso, conclude il Commissario, “sarà per la questione più immediata di quanto rigorosa la Commissione Europea sarà nel trattare la questione della Francia e del suo alto deficit di bilancio”.