La Commissione europea promette massima trasparenza nei rapporti con le lobby e con tutti gli stakeholders di Bruxelles. Il primo vicepresidente, Frans Timmermans, ha annunciato dopo la riunione del collegio che l’esecutivo comunitario “entro fine anno” adotterà nuove regole che obbligheranno “i commissari e tutti i membri dei gabinetti ai livelli più alti dei servizi, compresi i direttori generali, a pubblicare un registro di tutti gli incontri”. Una richiesta che da tempo Parlamento e associazioni facevano alla Commissione europea. “Le uniche eccezioni”, ha spiegato Timmermans, “riguarderanno ad esempio dissidenti politici, persone che devono essere protette e non esposte a rischi”, ma per il resto “tutti i contatti verranno resi pubblici”, e membri dell’esecutivo e alti funzionari “comunicheranno i nomi delle persone che hanno incontrato e di quelle che hanno espresso il desiderio di avere un incontro”. “Si tratta di passare – ha affermato Timmermans – da un’epoca, quella dei miei nonni, in cui si chiedeva ai propri concittadini di avere fiducia nei governi a una fase in cui si mostra quello che si fa”.
Da tempo le Ong chiedevano di sostituire l’attuale codice di condotta, ritenuto troppo vago e debole, con un sistema obbligatorio di trasparenza simile a quello del Parlamento europeo che, a differenza della Commissione, ha un codice di condotta piuttosto restrittivo per quanto riguarda il rapporto tra deputati e lobbisti. Nel maggio 2011 l’Aula ha approvato una risoluzione che ha creato un “Registro per la trasparenza” dei lobbisti la cui registrazione è obbligatoria per chiunque voglia avere rapporti con un deputato, i parlamentari inoltre non possono accettare regali che valgano più di 150 euro e sono tenuti a dichiarare tutti gli eventi a cui vengono invitati a partecipare.
Dopo l’annuncio di Timmermans l’Alliance for Lobbying Transparency and Ethics Regulation (Alter-Eu), una coalizione di 200 organizzazioni della società civile, sindacati e associazioni di cui fanno parte, tra gli altri, GreenPeace, Manitese, Action Aid e la Federazione europea dei giornalisti, si è detta “molto felice” ma ha chiesto di rendere il registro per la trasparenza “giuridicamente vincolante con una proposta legislativa e non come un regolamento”.