Più volte sulle pagine di questo giornale abbiamo sostenuto che la Bce potrebbe tranquillamente finanziare uno stimolo fiscale nell’eurozona offrendo liquidità direttamente agli stati – piuttosto che alle banche, come fa ora – per realizzare politiche espansive e rilanciare la domanda. E potrebbe farlo, in teoria, a un tasso di interessi pari a zero. Senza mai richiedere quei soldi indietro agli stati. Si tratterebbe di una misura che permetterebbe di far salire il deficit pubblico dell’eurozona – cosa di cui c’è un disperato bisogno – senza far aumentare in maniera corrispettiva il debito. Tecnicamente è misura che presenta ben poche controindicazione, e che avrebbe un impatto immediato sull’economia. Gli ostacoli, come sempre, sono perlopiù politici (l’opposizione della Germania e di buona parte dell’establishment politico europeo, che considera anatema il finanziamento diretto degli stati da parte della banca centrale) e istituzionali (la misura apparirebbe difficilmente conciliabile con il Trattato di Maastricht, che preclude la Bce dall’aprire linee di credito nei confronti degli enti governativi).
Un’alternativa sarebbe che la Bce versasse i soldi alla Banca europea per gli investimenti, che li passerebbe a sua volta ai singoli stati. Ma ci sarebbe anche un’altra soluzione per aggirare le limitazioni legali dei trattati. Una strategia basata sulla celebre dichiarazione di Milton Friedman secondo cui esiste sempre una maniera per stimolare l’economia e arginare la deflazione: “lanciare denaro dagli elicotteri”. Ossia stampare denaro e distribuirlo direttamente ai cittadini. Una metafora ripresa da Ben Bernanke in un suo celebre discorso del 2002, in cui l’allora governatore della Fed suggerì alla banca centrale giapponese, alle prese con una spirale deflazionistica da cui il paese non è ancora uscito, di stampare denaro per finanziare un taglio delle tasse. “Sarebbe sostanzialmente equivalente alla famosa metafora di Milton Friedman del denaro lanciato da un elicottero”, disse.
Nell’eurozona una soluzione come quella proposta da Bernanke sarebbe vietata dai trattati, però. Si tratta dunque di capire se esiste una maniera per permettere alla banca centrale di versare il denaro direttamente nelle tasche dei cittadini senza passare per gli stati. Secondo John Muellbauer dell’Università di Oxford una maniera ci sarebbe: la Bce potrebbe realizzare un versamento a favore di tutti i lavoratori e pensionati dotati di codice fiscale (o l’equivalente locale), che i governi dovrebbero semplicemente provvedere a distribuire. In alternativa, la Bce potrebbe far ricorso ai registri elettorali, indipendentemente dai governi. Dei circa 275 milioni di adulti dotati di codice fiscale nell’eurozona, il 90% è iscritto ai registri elettorali. Se guardiamo al precedente americano del 2001, in cui un taglio fiscale di 300 dollari per i contribuenti a basso reddito ebbe un effetto moltiplicatore pari al 25% della somma distribuita, possiamo ipotizzare che un assegno da 500 euro aumenterebbe i consumi di circa 34 miliardi di euro, pari all’1.4% del Pil dell’eurozona. Questo avrebbe anche il beneficio di aumentare i gettiti fiscali, riducendo in maniera significativa i disavanzi pubblici.
Una misura di questo tipo non avrebbe solo benefici economici ma anche politici, in quanto contribuirebbe a placare il crescente risentimento dei cittadini contro le istituzioni europee, soprattutto nei paesi maggiormente in crisi – Grecia, Italia, Portogallo –, dove un aumento del reddito disponibile di 500 euro avrebbe un impatto particolarmente forte sulla spesa. In un colpo solo, la Bce dimostrerebbe di prendere sul serio il suo obiettivo inflazionistico del 2% e aiuterebbe a fermare l’avanzata dei partiti nazionalisti e populisti. Come scrive Muellbauer: “Alcuni paesi – il pensiero va subito alla Germania – si opporranno strenuamente a una misura di questo tipo, facendo appello alla prudenza e alla responsabilità. Ma la verità è che “lanciare denaro dagli elicotteri” funzionerebbe, e non c’è alcuna legge che vieta di farlo. Dopo anni di austerità e disoccupazione di massa, è ora di implementare un quantitative easing che dia all’Europa ciò di cui ha bisogno”.