L’accordo sulle forniture di gas all’Ucraina raggiunto tra Kiev e Mosca grazie alla mediazione dell’Ue è fragile per Naftogaz, la compagnia pubblica del gas nel Paese. Il compromesso raggiunto “non è destinato a durare a lungo”, ha dichiarato Andryi Kobolyev, Amministratore delegato di Naftogaz in occasione della conferenza organizzata a Bruxelles dallo European Policy Centre. “L’intero accordo, il modo in cui è stato strutturato, si basa su un protocollo regionale tra il ministero dell’energia russo, il ministero dell’energia ucraino e la Commissione europea”. Anche se Mosca ha promesso di “mantenere stabili i prezzi del gas e di assicurare un mercato del gas efficiente per l’Ucraina”, il Ceo ucraino non è certo che in futuro la Russia sia intenzionata a onorare i patti. “Sentiamo spesso parlare dei Russi come di persone che danno grande peso alla propria reputazione, così tanto da rispettare gli impegni presi”, ha commentato Kobolyev, che ha poi aggiunto, “speriamo che ciò sia vero”.
Tuttavia, se si guardano gli sviluppi nel mercato del gas europeo negli ultimi sei mesi, per l’amministratore delegato, “è evidente che molte compagnie siano state punite da Gazprom per aver fornito gas all’Ucraina”, subendo in alcuni casi “una riduzione del 50% nelle proprie forniture”. In questo senso le mosse Russe non sembrano essere dettate da chiare ragioni commerciali per Naftogaz. “È difficile riscontrare motivazioni economiche alla base dell’attuale strategia seguita da Gazprom in Europa”, ha sottolineato Kobolyev. Specialmente quando “compagnie, che sono state clienti fidate di Gazprom per trent’anni, hanno subito tagli netti alle loro forniture di gas russo”. Di conseguenza, secondo l’amministratore delegato di Naftogaz, la compagnia russa avrebbe preso queste decisioni per “punire l’Ucraina”.
Secondo Kobolyev, in quest’ottica si spiegherebbe anche la nuova attenzione prestata dalla Russia al mercato energetico cinese. “Se la Russia dovesse rivolgersi ad un solo cliente”, ovvero la Cina, “essa avrà delle difficoltà”, perché “commercialmente questa non è la strategia migliore”. A seguito dell’atteggiamento tenuto da Gazprom, il Ceo ucraino ha voluto “invitare i membri della Commissione europea a monitorare il flusso di gas dalla Russia ai Paesi Europei”. Questa mossa secondo Kobolyev rappresenterebbe “il modo migliore per garantire un transito stabile del gas”. Non solo. A nome di Naftogaz, egli ha invitato “gli osservatori internazionali a monitorare il flusso di gas in Ucraina” e ha dato il “benvenuto ad esperti europei che controllino il modo in cui il gas viene inviato in Ucraina, affinché vedano come il sistema è gestito”. La loro presenza, secondo l’amministratore delegato, “ridurrà il rischio che Gazprom crei un altro conflitto a Gennaio 2015”. “La ragione della mia presenza qui, è per accertarmi che la crisi di gas del 2009 non si ripeta”, ha concluso Kobolyev.