La direttiva Ue sui ritardi dei pagamenti “aiuta a immettere liquidità nel mercato immediatamente”, in particolare ci saranno “più soldi da parte della pubblica amministrazione verso le piccole e medie imprese, molte della quali sono fallite a causa dei ritardi nei pagamenti”. “L’obbiettivo è quello di far sì che entro sei anni, il 20% del Pil europeo derivi dal settore manifatturiero”. Nel corso del seminario conclusivo della Campagna informativa sui ritardi dei pagamenti verso le aziende, il vicepresidente del Parlamento europeo, Antonio Tajani, rivendica l’importanza della direttiva comunitaria, da lui promossa quando era vicepresidente della Commissione europea, con l’intento di contrastare il ritardo dei pagamenti dei debiti della Pubblica amministrazione nei confronti delle imprese.
La Campagna informativa sul ritardo dei pagamenti ha avuto come obbiettivo quello di sensibilizzare i diretti interessati sui diritti che la direttiva comunitaria in materia concede alle Pmi e su come attuarne le disposizioni. Tajani ha parlato della necessità di dare il via ai pagamenti, sopratutto quelli da parte della PA verso le aziende private, creando così un circolo virtuoso per l’economia europea: “E’ necessario immettere denaro nel mercato, per aumentare i consumi ed la evitare stagnazione dell’economia”, ha spiegato l’esponente del Ppe, poiché “se la Pubblica amministrazione paga rispettando regole ci sarà più denaro che circola, aumenteranno i consumi, cosi come vi sarà più denaro nelle casse banche che quindi potranno effettuare più prestiti”.
Presente al dibattito anche il vicedirettore generale della DG imprese della Commissione, Antti Peltomaki, secondo cui “il 96% dei fallimenti delle aziende sono dovuti a ritardi di pagamento, un problema non solo per le Piccole e medie imprese, ma un ostacolo anche per la libera circolazione, con un impatto su concorrenza e stabilità del mercato”.
Altro nodo cruciale è la carenza degli investimenti, che servono soprattutto “stimolare la costruzione di opere pubbliche ed infrastrutture, ed attrarre investimenti esterni in Europa”. Il patto di stabilità, come noto, impone limiti alla spesa da parte degli enti locali e della Pubblica amministrazione in generale, spesso in contrasto con la necessità di restituire credito alle imprese. Tajani a questo proposito cita quanto fatto da commissario europeo per l’industria insieme al collega Olli Rehn, all’epoca responsabile degli Affari economici: “In una lettera firmata da entrambi nella primavera scorsa”, ha spiegato, “abbiamo previsto la possibilità per l’Italia di pagare i debiti alle Pmi con una maggiore flessibilità, utilizzando i cosiddetti fattori attenuanti”. Tradotto, secondo Tajani, il pagamento dei debiti commerciali potrebbe rientrare tra i ‘fattori attenuanti’, nel momento in cui la Commissione valuta il rispetto degli impegni presi sul deficit da parte dei paesi membri.
Allargando lo sguardo, Secondo l’indice europeo dei pagamenti 2014, la durata media dell’erogazione degli stessi in Europa è scesa 52 giorni a a 47 tra le compagnie private, mentre dal pubblico al privato si è ridotta da 65 a 58 giorni.
La campagna informativa sui ritardi dei pagamenti è stata promossa in tutta Europa, con lo scopo di sensibilizzare le piccole e medie imprese e gli stakeholders, riguardo i nuovi diritti conferiti dalla Direttiva in materia (2011/7/EU), nella lotta al ritardo dei pagamenti pendenti sia tra imprese private che tra pubblica amministrazione e aziende. In particolare le pubbliche autorità devono pagare per i beni e i servizi che ottengono entro 30 giorni, al massimo 60 “sotto certe circostanze”, recita la direttiva. Tra imprese private invece il periodo è di 60, salvo diversamente previsto dai contraenti. Inoltre, le Pmi possono reclamare interessi per il recupero dei costi derivanti dal mancato pagamento.
Le misure della direttiva sono facoltative nei rapporti fra aziende private che possono talvolta estendere, il periodo di pagamento per mantenere buone relazioni commerciale con un dato cliente , mentre obbligatorie per le autorità pubbliche.