L’Europa “può fare molto di più di quello che sta facendo” per supportare il processo di pace in Medio Oriente. La cantante israeliana Noa è intervenuta al Parlamento europeo proprio nel giorno in cui l’attentato in una sinagoga da parte di Hamas ha riportato il terrore a Gerusalemme. Ma per Noa questo non è un giorno diverso dagli altri: “Non sono sorpresa per niente, non capisco perché voi lo siate. Certo è una tragedia – chiarisce – ma come questa ne succedono ogni giorno nel nostro Paese” e “non avremo niente di meglio di questo finché ignoriamo il bisogno di una soluzione dei due Stati”. Per la cantante, che ha preso parte all’iniziativa organizzata dall’Associazione Rondine Cittadella della Pace Onlus dedicata al ricordo della Grande Guerra e alla Pace, l’escalation di violenze nell’ultimo periodo è il sintomo del fatto che “tutti hanno capito che succederà qualcosa” e per questo “gli estremisti su entrambi i fronti si sentono togliere il terreno da sotto i piedi e stanno diventando folli”. Ma questa, dice, “è una catastrofe, non possiamo fare in modo che il futuro sia deciso dagli estremisti”.
Per impedirlo, anche l’Ue, chiede la cantante, può e deve fare la sua parte. Una parte che non consiste nel “puntare il dito su un Paese dicendo: è colpa vostra”. Dall’Europa “c’è la tendenza a criticare troppo, prima bisognerebbe capire”, sottolinea Noa aggiungendo che “il supporto è meglio delle critiche”. Così l’Unione europea dovrebbe “sostenere le associazioni che lavorano per la pace”, una cosa che già viene fatta ma che si potrebbe fare “molto di più”. Ma sopratutto potrebbe mostrare la strada: “Dovrebbe dire alle persone: noi abbiamo avuto guerre terribili ma abbiamo il modello per la pace, che può essere anche per voi, vi può portare la stabilità economica, la libertà, è un buon investimento e noi siamo qui a supportarvi se lo farete”.
Impostazione condivisa dall’Alto rappresentante per la politica estera dell’Ue, Federica Mogherini, che ha preso parte all’evento insieme ai vicepresidenti del Parlamento, David Sassoli e Antonio Tajani e all’ambasciatore aggiunto, Marco Peronaci. “La storia dell’Europa – sottolinea Mogherini – può essere un modello per tante parti del mondo” perché può insegnare che “la pace non è solo assenza di guerra e per costruirla serve più di un trattato o un cessate il fuoco”. L’esperienza dell’Ue, continua, “non è solo la storia del superamento di secoli di conflitti ma anche di una democrazia comune, di diritti da condividere”. Per questo, secondo l’Alto rappresentante, in tanti conflitti, a partire da quello ucraino, dove il protocollo di Minsk non sta garantendo la pace, occorre “invertire la logica e cominciare dalla riconciliazione e dal dialogo”, prima ancora che dagli accordi.