L’integrazione europea passa per la cooperazione regionale. I paesi al centro della strategia adriatico-ionica dell’Ue si ritrovano a Bruxelles per dimostrare come funzioni, oggi, la via che porta all’Europa. I paesi Ue (Croazia, Grecia, Italia, Slovenia) e quelli extra-Ue (Albania, Bosnia-Erezegovina, Montenegro, Serbia), si guardano, si scrutano, avviano cooperazioni che in questo momento sono la sola possibilità di stare insieme. Juncker è stato chiaro, e forse fin troppo realista: per i prossimi cinque anni di allargamento non si parla. La presidenza italiana del Consiglio Ue, che ha ospitato una conferenza sul tema, sottolinea allora l’importanza di questa nuova politica di allargamento. “In un periodo caratterizzato da una certa fatica nell’allargamento, la strategia dell’Ue per la regione adriatico-ionica ha un significato politico molto forte, ponendo le basi del cammino dell’integrazione per questi paesi”, ha detto il ministro degli Esteri, Paolo Gentiloni. A suo giudizio “la via dell’integrazione nell’Ue rappresenta il destino irrinunciabile dei paesi dei Balcani occidentali”, ma non è questo il tempo per un pieno ingresso. La macro-area è dunque il banco di prova, “una forza catalizzatrice verso la piena condivisione dei valori e dei punti strategici dell’Ue”.
Economia marittima e valorizzazione del mare, connessione energetica e dei trasporti, sostenibilità e turismo sostenibile: questi i quattro pilastri della strategia adriatico-ionica dell’Ue, concepita a fine 2012 per lo sviluopo della regione e lanciata a giugno di quest’anno dalla Commissione Barroso. “La strategia adesso entrerà nella fase cruciale dell’attuazione, che richiederà responsabililità, attenzione e capacità di governance”, ha sottolineato Gentiloni. Per parte Ue, il commissario per le Politiche regionali, Corina Cretu, ha ribadito che il progetto “darà nuovo impulso al processo di integrazione”, a patto che – ha aggiunto il responsabile per l’Ambiente e il mare, il maltese Karamenu Vella – si traduca il tutto in pratica. Progetti, sinergie, strutture infrastrutture: tutto deve essere realizzato. “Ora è il momento di attuare la strategia”, ha scandito Vella. “Se vogliamo dei risultati concreti ora servono partnership tra governi locali e imprese”. Ok, ma “non sarà un compito facile”, l’ammissione del viceministro degli Esteri greco, Dimitris Kourkoulas.