Sono fallite le trattative sul bilancio 2015 dell’Unione europea. A Bruxelles le posizioni di Parlamento e Consiglio sono troppo lontane e ora la Commissione dovrà provare a mediare facendo una nuova proposta. Il problema centrale restano le fatture non pagate che per i deputati, se passasse la proposta degli Stati membri, non farebbero che aumentare.
“Dobbiamo dare una risposta concreta al problema insopportabile delle fatture non pagate che si accumulano sulle scrivanie della Commissione. Questo mette a rischio la credibilità delle autorità dell’Ue e alimenta gli argomenti di eurofobi”, ha dichiarato il leader della delegazione parlamentare, il liberale francese Jean Arthuis.
“Come può essere credibile un’Unione europea che chiede agli Stati membri di controllare la loro spesa pubblica mentre mette imprenditori, ricercatori e studenti Erasmus in difficoltà per non aver rispettato i suoi impegni?”, ha aggiunto Arthuis.
I negoziati sono andati avanti per 21 giorni ma soltanto ieri gli Stati membri sono stati capaci di trovare una posizione comune che però non è stata accettata dal Parlamento visto che si chiedeva di dimezzare la somma proposta dalla Commissione per pagare le bollette più urgenti, ovvero 4,7 miliardi. I deputati volevano usare le entrate eccezionali di 5 miliardi, dovute ai pagamenti di diverse sanzioni da parte dei Paesi membri, per saldare le bollette più urgenti, ma gli Stati non sono d’accordo.
“La posizione del Consiglio è del tutto inaccettabile e incomprensibile, volevano addirittura convincerci a incorporare i soldi dalle sanzioni nei loro bilanci nazionali, invece di utilizzarli per aiutare a risolvere il problema dei pagamenti sospesi”, ha dichiarato José Manuel Fernandes, il portavoce del Ppe in materia.
“La Commissione presenterà nei prossimi giorni una nuova proposta di bilancio, e lavorerà con il Parlamento europeo e gli Stati membri per raggiungere un accordo entro la fine dell’anno. Lo dobbiamo ai cittadini europei”, ha dichiarato la commissaria al Bilancio, Kristalina Georgieva. Se non si arriverà a un accordo entro il primo gennaio 2015, si procederà con i “dodicesimi provvisori”, ovvero nel bilancio Ue ogni mese si immetterà un dodicesimo dell’importo del bilancio 2014.