Nuovi nomi, tra cui quelli dei leader delle autoproclamate repubbliche separatiste dell’Est, potrebbero finire presto ad allungare la lista delle persone colpite dalle sanzioni dell’Ue per la crisi ucraina. È la risposta a cui stanno pensando i ministri degli esteri dei Ventotto, per reagire agli ultimi sviluppi sul territorio, in particolare alle elezioni tenutesi pochi giorni fa a Donetsk e Lugansk, elezioni non autorizzate dal governo centrale ucraino (che aveva proposto di svolgerle a dicembre) e illegittime secondo l’Unione europea. La decisione potrebbe arrivare già lunedì nel corso del consiglio Affari esteri. “Nulla è ancora stato deciso ma se leggo quello che succede immagino che ci debba essere una reazione”, spiega una fonte Ue.
E la reazione in particolare potrebbe essere quella di decidere di allungare la lista delle persone che l’Unione europea ha colpito con il congelamento dei beni e il divieto di viaggio. Per il momento, quindi, nessuna altra sanzione economica ma piuttosto nuove misure mirate contro le persone più coinvolte nelle azioni che minano la sovranità e l’integrità territoriale dell’Ucraina. “Siamo pronti a qualsiasi evenienza e ad operare in tempi rapidi”, continua la fonte europea, spiegando che dalla riunione dei ministri degli esteri potrebbe partire lunedì la richiesta al Coreper (la riunione dei rappresentanti permanenti dei Paesi membri presso l’Ue) di stilare una nuova lista di nomi.
I capi delle diplomazie dei Ventotto si trovano a prendere questa decisione in un momento delicato, con i combattimenti che continuano (solo nelle ultime 24 ore sono morti altri 4 soldati ucraini e18 sono rimasti feriti) e con la Nato che ancora ieri ha confermato che negli ultimi due giorni sono entrate in Ucraina colonne con mezzi e militari russi, circostanza che Mosca continua a negare. Si tratta di vedere se, di fronte al rischio di una nuova escalation, gli Stati preferiranno reagire o lasciare correre per non indebolire la possibilità di arrivare a una soluzione politica.