Antonio Tajani ha rinunciato all’indennità transitoria di fine mandato che gli spetterebbe in quanto ex vicepresidente della Commissione. Si tratta di circa 13mila euro al mese per tre anni, in tutto quindi 468mila euro, che l’esponente di Forza Italia, ora deputato europeo e vicepesidente dell’Assemblea comunitaria per “una scelta di coscienza” ha deciso di non voler ricevere. Lo ha comunicato con una lettera al Presidente della Commissione uscente, Manuel Durao Barroso in cui ha spiegato di aver “ritenuto fosse opportuno dare una prova di sobrietà e solidarietà in questo momento di grande difficoltà per i cittadini europei”. “Proprio ora – ha aggiunto Tajani – in cui si chiedono ai cittadini grandi sacrifici, mentre persiste un alto tasso di disoccupazione, anche la politica deve fare la sua parte, dare l’esempio. Non solo al livello etico, che è naturale, ma penso anche al livello personale. Per questa ragione ho pensato di girare questi soldi al bilancio comunitario, denaro pubblico che possa servire alle politiche sociali, a favore della crescita e dell’occupazione”.
Alla cessazione dalle funzioni, un ex membro della Commissione ha diritto a un’indennità transitoria, il cui importo è correlato al periodo di servizio. Per i membri della Commissione il cui periodo di servizio sia inferiore a due anni, l’indennità è fissata al 40% dell’ultimo stipendio base, mentre tale percentuale può raggiungere il 65% per i commissari con maggiore anzianità. Il pagamento dell’indennità cessa in caso di rinnovo del mandato e l’importo è limitato quando l’ex membro della Commissione assume una nuova attività lucrativa.