Dubbi dalla Commissione europea sugli accordi fiscali tra Starbucks è le autorità dei Paesi Bassi. Secondo il “parere preliminare” di Bruxelles, “gli accordi sui prezzi in favore di Starbucks costituiscono aiuti di stato”, forse non compatibili con le regole del mercato unico europeo. Un altro capitolo da aggiungere alla vicenda sull’elusione fiscale da parte di varie multinazionali nei Paesi bassi, Lussemburgo e Irlanda.
Il parere dell’esecutivo comunitario è giunto a cinque mesi dall’apertura delle indagini. Un accordo, quello siglato dalla multinazionale e dalle autorità olandesi, che potrebbe aver permesso alla famosa catena di caffè di effettuare pagamenti su una base fiscale più bassa sul reddito aziendale, concedendo all’Azienda in questo modo“vantaggi iniqui” .
In particolare, nel documento la Ue sostiene che il governo olandese ha consentito a Starbucks di usare una sussidiaria in loco per registrare gli introiti provenienti da paesi ad alta tassazione e girarli in quelli dove le imposte sono molto più basse.
Non solo, sotto la lente di Bruxelles sono finiti anche i pagamenti della sussidiaria stessa verso una società britannica, sospettata di incanalare il denaro verso la compagnia madre negli Stati Uniti.
Il tema dell’elusione fiscale e dei possibili “tax ruling” contro le regole comunitarie sulla concorrenza, è salito alla ribalta nelle ultima settimane con il caso Luxembourg leaks, a seguito della pubblicazione di documenti che proverebbero l’esistenza di regimi fiscali agevolati in Lussemburgo per centinaia di multinazionali.