Il processo di pace in Irlanda del Nord deve essere riavviato, partendo dalla necessità di combattere la disoccupazione e i bassi salari. È quanto ha chiesto il Parlamento europeo con una risoluzione appoggiata da tutti i gruppi poitici durante la plenaria a Bruxelles. Il testo, approvato per alzata di mano, esorta tutte le parti a partecipare ai colloqui avviati lo scorso 16 ottobre e risolvere le questioni ancora in sospeso, in modo da sostenere il funzionamento e la stabilità della istituzioni democratiche. I colloqui si erano interrotti nel dicembre 2013 proprio a causa di alcune discussioni su temi come la spesa sociale, bandiere ed emblemi e manifestazioni.
I deputati chiedono di impegnarsi per una soluzione duratura del conflitto e a dare piena attuazione al cosiddetto “Accordo del Venerdì Santo” del 1998 che riguarda il sistema di governo dell’Irlanda del Nord nel Regno Unito, le sue relazioni con la Repubblica d’Irlanda e le relazione della Repubblica con la Gran Bretagna.
Per consolidare il processo di pace, i deputati hanno ribadito la necessità di migliorare le relazioni tra le comunità e di promuovere lo sviluppo economico e sociale e hanno osservato che il programma EU PEACE, che sta fornendo 150 milioni di euro per affrontare questioni prioritarie nel Paese e nella regione di confine, debba essere di aiuto per tutti, nord e sud.
Martina Anderson dello Sinn Féinn (Gue) ha chiesto che ora questa risoluzione venga “tenuta in considerazione dai governi britannico e irlandese in quanto garanti degli Accordi del Venerdì Santo”. “L’attuazione del processo di pace irlandese è in un vicolo cieco, e anche se ci vorrà molto tempo per avere una riconciliazione in Irlanda, questa arriverà quando tutti ci renderemo conto che o perdiamo tutti insieme, o vinciamo tutti insieme”, ha aggiunto Anderson.
Per la liberale Catherine Bearder “nei prossimi 5 anni l’Ue deve continuare a contribuire a porre le basi per una pace vera e duratura, “tenendo conto che “riconciliando le comunità, dando speranza alle persone e creando maggiori opportunità economiche”, sarà possibile “contribuire a costruire una società comune per tutti i popoli dell’Irlanda del Nord”.