“Una politica monetaria espansiva e una politica fiscale che, nel rispetto delle regole esistenti, veda maggiori investimenti e minori tasse, non sono sufficienti a generare una ripresa della crescita forte e sostenibile”. E’ quanto sostiene il governatore della Bce Mario Draghi, secondo il quale sono “necessarie riforme strutturali dei mercati dei prodotti e del lavoro” perché la politica monetaria di Francoforte, insieme con le politiche economiche dei Paesi membri, possano dispiegare a pieno i loro effetti.
Draghi, parlando all’Università di Roma Tre, alla commemorazione dell’economista Enrico Caffè, suo maestro, ha indicato gli interventi necessari a far ripartire l’economia della zona euro e, più in generale, quella europea. Secondo il capo dell’Eurotower, servono “maggiore concorrenza, completamento del mercato unico europeo, misure che permettano ai lavoratori disoccupati di trovare rapidamente un nuovo posto di lavoro”. E ancora, per Draghi, è indispensabile “innalzare il livello di specializzazione” della forza lavoro e “adattarne le caratteristiche alla domanda”.
Il governatore ha ricordato che si tratta di misure presenti “da tempo nell’agenda della politica economica di molti paesi dell’euro”, ma invita a “passare dalla discussione all’attuazione”. Secondo Draghi si tratta dell’unica strada per rispondere al livello di disoccupazione divenuto ormai “inaccettabile” nell’area euro. Disoccupazione che rappresenta “la più grande forma di spreco delle risorse – aggiunge il capo della Bce – e incide sulle potenzialità delle economie diminuendo la crescita”.
Draghi ha poi sottolineato l’importanza dell’unione bancaria, nata come “reazione dei leader europei” alla “crisi di fiducia nell’euro”, che nel 2012 fu “anche causata dall’incertezza, rivelatasi infondata, sul futuro della moneta unica”. E l’unione bancaria, ha ricordato il governatore, “ha portato alla nascita della vigilanza (bancaria) unica”, che “è stato l’atto di integrazione più importante mai deliberato dalla creazione dell’euro”.
Nello stesso giorno in cui Beppe Grillo lanciava a bruxelles il referendum contro l’euro, Draghi ha ricordato che “la condivisione della sovranità nazionale è condizione necessaria per una fiducia duratura nel disegno del nostro comune viaggio europeo”. Secondo il numero uno dell’Eurotower, “non si tratta di perdere sovranità nazionale, ma di condividerla su un aggregato più ampio come abbiamo sperimentato con le azioni comuni”, adottate dal 2012 in campo economico e monetario.
Da registrare la contestazione che ha accolto la visita di Draghi all’Università. Qualche centinaio di studenti ha protestato fuori dall’Ateneo, e alcuni hanno provato a entrare nell’aula in cui si svolgeva la commemorazione, per manifestare il proprio dissenso alla Bce e alla moneta unica. Ne sono nati degli scontri con le forze di polizia, con il lancio di uova e vernice da parte dei manifestanti e un bilancio di alcuni studenti contusi.