La situazione è difficilissima, prossima alla catastrofe ma si vedono segnali di volontà politica positivi. Nei prossimi mesi si vedrà se porteranno da qualche parte o meno, superando i “colli di bottiglia” della burocrazia. La Commissione europea, Direzione generale per gli Affari economici, è molto esplicita nel suo primo report elaborato nel quadro della procedura per gli Squilibri Macroeconomici (MIP) dedicato all’Italia, che eunews è in grado di anticipare.
Il documento (datato sette novembre) non tiene in considerazione la legge di stabilità né le previsioni economiche d’autunno, ma cerca di dare un’analisi politico/contabile sulle situazioni dei paesi che hanno i conti che non tornano, come ha l’Italia per il debito pubblico.
Dopo la contrazione del 1,9% nel 2013, la crescita del PIL reale in Italia è destinata a rimanere negativa nel 2014, ricorda il documento, e “un recupero lento e incerto è previsto in seguito”. Le esportazioni rimangono il principale motore della crescita. Inoltre, l’inflazione è scesa ad un livello molto basso a causa di fattori esterni, ma anche in seguito alla contrazione della domanda aggregata interna. “Non ci sono segni di ripresa per l’occupazione”, dice la Commissione e il tasso di disoccupazione supera il 12% nel 2014. Le condizioni di credito stanno lentamente migliorando ma restano nel complesso chiuse. Il nuovo aggiornamento del Documento Finanziario (DEF) pospone il raggiungimento del pareggio di bilancio strutturale al 2017 e rallenta la riduzione del rapporto tra debito pubblico e PIL.
Secondo Bruxelles in questo difficile quadro “a livello di governo c’è un impulso alle riforme, ma i progressi non sono uniformi. Alcuni pacchetti di riforme ambiziosi che potrebbero rappresentare un cambiamento radicale attendono ancora la piena adozione – sottolinea il documento – e i risultati così rimangono incerti”. Per la Commissione poi una “significativa incertezza circonda la revisione della spesa (spending review), che è la chiave per il finanziamento di importanti misure nei prossimi anni”.
I prossimi mesi sono decisivi per il futuro italiano, sostengono a Bruxelles. “I progressi nei prossimi mesi saranno cruciali per valutare il successo dell’Italia nel realizzare misure che sistemino i suoi squilibri. Gli effetti benefici delle riforme strutturali saranno allontanati nel tempo e avranno effetti ridotti se i numerosi colli di bottiglia istituzionali, le barriere alle implementazioni delle riforme e la scarsa capacità di attuazione non verranno considerate come questioni prioritarie”.