Giù le mani dai fondi agricoli. I ministri dell’Agricoltura dei paesi dell’Ue respingono la richiesta della Commissione europea di rispondere all’embargo dei prodotto agro-alimentari europei decretato dalla Russia taglianndo il fondo anticrisi e finalizzanto quasi tutto il restante a compensare le perdite causate dalla crisi bilaterale. I ventotto ministri hanno raggiunto una posizione comune nel corso della riunione di oggi a Bruxelles, e hanno dato mandato all’Italia – in qualità di presidente di turno – di sollevare la questione in sede Ecofin. Lo ha annunciato il ministro delle Politiche agricole, Maurizio Martina, nel corso della conferenza stampa al termine della prima sessione di lavori.
Sul tavolo c’è la proposta di Commissione di spostare risorse dal Fondo europeo agricolo di garanzia (Feaga) per finanziare altre voci di spesa. Per il 2015 il tetto verrebbe rivisto al ribasso, secondo la proposta della Commissione: 397 milioni anziché 448,5. Inoltre larga parte del fondo agricolo anti-crisi – 344,3 milioni su complessivi 433 milioni – verrebbe usato per finanziare misure di mercato come reazione all’embargo russo decretato in risposta alle sanzioni Ue per la crisi in Ucraina. “La proposta della Commissione non risponde alle priorità del settore”, ha detto Martina. “Si ritiene che il comparto non debba pagare due volte”. Per questo tra gli Stati membri “hanno raggiunto una posizione forte e unitaria” contro la proposta della Commissione, e chiedono ai ministri dell’Economia, responsanbili delle decisioni in materia di bilancio comunitario, di tenere conto di questa posizione nei negoziati inter-istituzionali che verranno. “Come presidente del consiglio Agricoltura invierò una lettera la presidente dell’Ecofin (quindi il ministro dell’Economia, Pier Carlo Padoan, ndr) perchè si tenga conto di questa posizione” contraria alle richieste dell’esecutivo comuntiario, ha sottolineato ancora Martina. La lettera dovrebbe essere all’attenzione del consiglio Ecofin già questo venerdì, in occasione della sessione dedicata esclusivamente al bilancio comunitario.
Intanto, per rispondere alle esigenze del setttore agricolo, i ministri competenti in materia studiano la possibilità di un coinvolgimento della Banca europea per gli investimenti. “Crediamo che la Bei possa intervenire più di quanto ha fatto” finora, le parole del ministro delle Politiche agricole. Quali saranno le eventuali forme di partecipazione della Bei al rilancio dell’agricoltura europea al momento è presto per saperlo. Ci si sta lavorando, e solo in seguito si saprà qualcosa in più. “Ho istitituito un gruppo per esplorare la possibilità di un eventuale sostegno della Bei al piano per la crescita europea nel settore agricole”, ha tenuto a far sapere il nuovo commissario per l’Agricoltura, Phil Hogan. L’irlandese ha anche garantito di voler lavorare per la promozione dell’agricoltura biologica. “Non voglio danneggiare il settore bio. Al contrario, voglio sostenerlo”.