Se l’Europa non è un covo di burocrati “benissimo, ce lo dimostri: liberi dal Patto di stabilità gli investimenti per le scuole, le infrastrutture e le tecnologie”. Sarà pure uno scontro costruito ad arte, ma il presidente del Consiglio Matteo Renzi ieri è tornato a stuzzicare Bruxelles. È convinto che il “futuro non debba essere trattato come spesa corrente”, e dunque ha rilanciato la proposta di scorporare le spese per gli investimenti dal computo del rapporto Deficit/Pil.
“Non voglio far polemiche, ma non ho mai detto che la Commissione è un covo di burocrati – ha dichiarato il premier – però adesso che l’hanno detto loro mi viene da pensare che comincio a crederci”. Renzi continua con le sue stoccate, dunque. Invita l’Ue a “liberare risorse” dai vincoli di bilancio, “se non vuole chiudersi nel recinto della burocrazia”.
Poi commenta “i dati Ocse che dicono che l’Eurozona è il problema dell’economia mondiale. Sono molto tristi da un lato e incoraggianti dall’altro – a suo avviso – perché dimostrano che se l’Eurozona cambia, può tornare a crescere anche l’economia mondiale. Perciò in Italia stiamo facendo una battaglia perché l’Europa cambi”, ha concluso il premier.
La risposta della Commissione è arrivata in serata da Pierre Moscovici, titolare del portafoglio per gli Affari economici. “Bisogna rispettare le regole”, è il commento del francese, il quale ha precisato che “non si può esagerare con la creatività, bisogna usare la flessibilità già prevista dal Patto” di stabilita e crescita.
Moscovici, a margine della riunione dell’Eurogruppo, ha poi sottolineato che “la Commissione non ha respinto nessuna delle bozze di bilancio” dei Paesi dell’area euro. Tuttavia, ha avvertito, “questo non significa che la storia sia finita. Ora dobbiamo valutare se alcuni Stati devono intraprendere azioni efficaci e se devono fare ancora le riforme”.