“Ne ho visti molti di presidenti del Consiglio che hanno chiesto all’Europa di togliere le spese per investimenti dai vincoli del Patto di stabilità. Sono molto scettico sulla possibilità che questa richiesta venga accolta”. L’ambasciatore Ferdinando Nelli Feroci, fino a qualche giorno fa commissario europeo all’Industria, rispondendo a una domanda di Eunews, dà poche chances di successo alla proposta reiterata ieri dal premier Matteo Renzi.
Ci sono due ordini di motivi, secondo Nelli Feroci, per i quali difficilmente gli investimenti pubblici potranno mai essere slegati dai vincoli di bilancio imposti dall’Ue. “Il primo è che non ci si fida”, spiega l’ambasciatore. La diffidenza tra Paesi membri è uno scoglio duro da superare. Poi c’è il secondo problema, strettamente legato al primo. E cioè che “non si riescono a trovare i criteri per definire le categorie di spesa” da svincolare dal Patto di stabilità.
L’ex commissario indica però una strada più percorribile. “Invece di proporre ogni giorno una nuova voce di spesa da togliere dal Patto – suggerisce – sarebbe più utile puntare” a svincolare “quegli elementi che hanno già una bollinatura da parte dell’Ue, come ad esempio i cofinanziamenti nazionali”. In sostanza, l’invito velato di Nelli Feroci a Renzi è di accontentarsi dell’obiettivo minore, che infatti sembra più raggiungibile, anche alla luce delle recenti aperture di Angela Merkel, disposta a scorporare dal calcolo del deficit le spese sostenute dagli Stati membri per cofinanziare i progetti che attingono ai fondi europei.