L’Eurozona rischia la stagnazione, anche per colpa delle politiche di Berlino. Lo afferma l’Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economico (OCSE) nel suo Economic Outlook per il G20 pubblicato oggi. A livello globale ci sono possibilità di ripresa, ma solo se si faranno serie politiche di sostegno alla crescita.
Secondo Angel Gurrìa, segretario generale dell’Ocse la condizione dell’Eurozona “suggerisce maggiori interventi di stimolo macroeconomico”, e chi, come la Germania “ ha spazio di bilancio dovrebbe rallentare il consolidamento per puntare maggiormente sugli investimenti”. I rischi finanziari, aggiunge, “restano elevati e possono aumentare la volatilità dei mercati nel breve periodo. I paesi devono impiegare tutti gli strumenti di riforma monetaria, di bilancio e strutturali a loro disposizione per affrontare tali rischi e sostenere la crescita”.
A livello mondiale la crescita del PIL dovrebbe raggiungere il 3,3% nel 2014, il 3,7% nel 2015 e il 3,9% nel 2016. Una crescita “modesta” sostiene l’Outlook comparandola con gli anni precedenti alla crisi e anche più contenuta rispetto alle previsioni Ocse di settembre. La ripresa sarà robusta negli Stati Uniti ( 2,2% nel 2014 e circa 3% in 2015 e 2016). In Russia, il prossimo il PIL resterà fermo, ma nel 2016 dovrebbe impennarsi a +2,0%. In vetta alla classifica la Cina con +7,1% nel 2015 e +6,9% nel 2016. La zona euro invece arranca con un +0,8% nel 2014, +1,1% nel 2015 e +1,7% nel 2016.
In Italia nel biennio 2015-2016 la crescita del PIL sarà la più bassa del G20, fermandosi a +0,2% il prossimo anno e +1,0% nel 2016. Secondo Gurrìa comunque “in Italia sono state annunciate da Renzi riforme coraggiose sul mercato del lavoro”.