L’accordo sul gas raggiunto tra Ucraina e Russia con la mediazione dell’Unione europea lo scorso 31 ottobre consentirà all’Europa di superare l’inverno senza crisi. “Sono ottimista per quanto riguarda il compromesso sul gas”, ha dichiarato Klaus-Dieter Borchardt, Direttore del mercato energetico interno, Dg energia della Commissione europea. “È possibile presumere che durante il prossimo periodo invernale ci sarà una fornitura di gas sufficiente a garantire l’offerta nel mercato interno ucraino”, ha sottolineato il direttore nel corso del suo intervento alla conferenza “Winter is coming”, organizzata dall’European policy centre (Epc). Poiché il consumo energetico interno ucraino viene garantito, di conseguenza “sarà assicurato anche tutto il gas che transita dall’Ucraina”. Ad influenzare la posizione ottimista di Borchardt vi è la conferma, arrivata ieri, in merito al pagamento di 1.45 miliardi di dollari effettuato dalla compagnia ucraina Naftogaz a favore della russa Gazprom. Il versamento ucraino coincide con la prima delle due tranche previste dall’accordo. La seconda rata, da 1.65 miliardi di dollari, dovrà invece essere versata entro la fine di dicembre 2014.
Al contempo, “non possiamo starcene con le mani in mano ad aspettare che si verifichi una nuova crisi”, ha sottolineato Borchardt, che ha poi aggiunto “dobbiamo e siamo preparati per fronteggiare eventuali crisi energetiche”. In quest’ottica è necessario promuovere riforme nel settore delle infrastrutture. Sebbene a seguito della crisi del 2009 “le infrastrutture energetiche sono state migliorate, è indispensabile costruirne delle nuove, specialmente nel tratto sud-est e nella regione baltica e rimuovere i punti di congestione”, ha evidenziato il direttore.
Un secondo elemento che sembra confermare la possibilità per l’Europa di superare i mesi invernali senza crisi energetiche, proviene dagli Stress test effettuati dagli stati membri durante l’estate. L’esperimento, basato sull’ipotesi di un’interruzione di 6 mesi nelle forniture di gas russo, ha messo in evidenza la possibilità per l’Europa di riuscire a superare un’eventuale crisi energetica. In questo scenario “gli stati membri dovrebbero evitare di ricorrere subito a misure di emergenza ed impiegare invece strumenti di mercato”. Secondo Borchardt, all’inizio di una crisi energetica sarebbe di fondamentale importanza “massimizzare la portata dell’interdipendenza per rimuovere restrizioni e non per chiudere i rispettivi mercati”. Non solo. Altrettanto importante sarebbe “massimizzare lo stoccaggio e accelerare l’attuazione dei progetti sulle infrastrutture laddove è possibile”. Quando il mercato invece non è in grado di funzionare? “Devono entrare in azione le misure di emergenza”, come ad esempio “obblighi sugli standard di offerta per tutelare i consumatori”, ma anche “sostituzioni di combustibili per impiegare altre risorse” e “misure per moderare la domanda di energia”. Tuttavia, il risultato “forse più importante” dello Stress test è stato quello di evidenziare “l’assoluto bisogno di maggiore cooperazione e coordinazione tra gli stati membri”, per tutelare in particolare i paesi più vulnerabili: “Stati balcanici, Finlandia e gli stati dell’Europa orientale e del sud”. Se i paesi europei cooperano l’impatto di un’eventuale crisi energetica sarebbe “distribuito fra tutti gli stati membri e di conseguenza nessuno di essi ne risentirebbe in modo irreparabile”.