“È cambiato il clima per l’Italia, in Europa non vado a dire ‘per favore ascoltateci’, non vado con il cappello in mano. Non vado a Bruxelles a farmi spiegare cosa fare e l’ho detto anche a Barroso e Juncker”. La replica di Matteo Renzi al richiamo del presidente della Commissione Ue Jean Claude Juncker arriva durante una intervista a Ballarò, il talk show che va in onda il martedì sera su Rai3. Il premier non punta certo a smorzare i toni e, anzi, sceglie anche twitter per ribadire il concetto. “Per l’Italia, la sua storia, il suo futuro chiedo rispetto. Anzi, pretendo il rispetto che il Paese merita”, ha cinguettato il presidente del Consiglio.
Lo scontro, partito dalle dichiarazioni fatte da Renzi a margine dello scorso Consiglio europeo – in cui criticò “la burocrazia di Bruxelles” –, si innesta su un’altra vicenda che oggi ha visto contrapposti il governo italiano e la Commissione europea. L’esecutivo Ue ha infatti pubblicato le proprie previsioni sulle economie degli Stati membri, descrivendo per l’Italia una situazione peggiore rispetto a quanto indicato dal governo di Roma nella nota di correzione al Documento di economia e finanza. Per l’esecutivo è stato il sottosegretario Graziano Delrio a rispondere, derubricando l’allarme lanciato da Bruxelles a “commenti” che stanno “nell’ottica delle previsioni”, e ribadendo che l’Italia si attiene “a quanto è scritto nel Def e nella legge di stabilità”, perché convinta che le proprie “previsioni siano adeguate”.
Il sottosegretario alle Politiche europee Sandro Gozi aggiunge che “nessuno dice che Juncker sia un tecnocrate, ma è bene per l’Italia e l’Europa che non dia troppo ascolto ai tanti tecnocrati che lo circondano”. Secondo Gozi “l’Europa, non solo l’Italia, paga le scelte passate dell’Unione, segnate da una fede cieca in automatismi di bilancio che hanno prodotto danni per tutti”.
Da Bruxelles è arrivata la replica di Patrizia Toia, capogruppo del Pd al Parlamento europeo: “L’Italia, a differenza di altri Paesi dell’Eurozona – ha sottolineato – rispetta il limite del tre per cento del rapporto tra deficit e PIL, ma ha il diritto di criticare un’impostazione di politica economica sbilanciata sull’austerità”. Secondo la parlamentare “se Juncker vuole un esecutivo europeo politico che non sia solo una banda di burocrati allora deve accettare il dibattito europeo senza scandalizzarsi se qualcuno critica le regole”. Da Roma ha risposto il capogruppo Pd alla Camera Roberto Speranza, mostrandosi piuttosto impaziente: “Juncker dimostri che non è il capo di una banda di burocrati sbloccando subito i 300 miliardi che stiamo aspettando già da troppo tempo”.